”Sono particolarmente felice questa sera di presentare il mio film in un contesto di altissimo prestigio, quale il Massimo di Napoli dove il mito Eduardo, rappresentò nel 1945 la sua opera “Napoli Milionaria”, in un periodo storico in cui non era ancora terminata la seconda guerra mondiale e Roma non era stata ancora liberata” ha detto Sergio Rubini, in occasione dell’anteprima assoluta del suo ultimo film “I Fratelli De Filippo” tenutasi ieri 6 dicembre al San Carlo; ”e a tal punto mi viene naturale fare un parallelismo tra la realtà odierna e quella di allora; anche oggi stiamo ancora combattendo contro un nemico invisibile che ha seminato e semina sofferenza, incertezze e sgomento quale il Covid 19; il mio film ha un lieto fine”, ha continuato Rubini, “ ed è un atto di coraggio che vuol significare l’inizio di una nuova strada irradiata dalla luce della speranza che si allontana dal buio della Pandemia. Nel mio lavoro si parla di teatro”, ha detto infine Rubini “, auspicando il ritorno a spazi della società negati da quasi due anni, dove si possa dare libero sfogo alla creatività, alla vena artistica di ognuno di noi, liberando il proprio io senza alcuna paura, sognando un futuro dove regnino maggiore umanità, più solidarietà e meno agoritmi”. Un parterre d’eccezione ha dunque presenziato al grande evento cinematografico che ha visto la partecipazione delle più alte cariche dello Stato, quali Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato della Repubblica, Raffaele Fico, Presidente della Camera dei Deputati, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Vincenzo Amendola, il professore Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli. A fare gli onori di casa Sergio Rubini, visibilmente emozionato di fronte ad un teatro gremito ed entusiasta che si è così espresso: ”Sono particolarmente felice questa sera di presentare il mio film in un contesto di altissimo prestigio, quale il Massimo di Napoli dove il mito Eduardo, rappresentò nel 1945 la sua opera “Napoli Milionaria”, in un periodo storico in cui non era ancora terminata la seconda guerra mondiale e Roma non era stata ancora liberata; a tal punto mi viene naturale fare un parallelismo tra la realtà odierna e quella di allora; anche oggi stiamo ancora combattendo contro un nemico invisibile che ha seminato e semina sofferenza, incertezze e sgomento quale il Covid 19; il mio film ha un lieto fine”, ha continuato Rubini, “ ed è un atto di coraggio che vuol significare l’inizio di una nuova strada irradiata dalla luce della speranza che si allontana dal buio della Pandemia. Nel mio lavoro si parla di teatro”, ha detto infine Rubini “, auspicando il ritorno a spazi della società negati da quasi due anni, dove si possa dare libero sfogo alla creatività, alla vena artistica di ognuno di noi, liberando il proprio io senza alcuna paura, sognando un futuro dove regnino maggiore umanità, più solidarietà e meno agoritmi”. Dal suo canto la Presidente Casellati:“ Sono molto felice stasera di essere quì, in questo storico Teatro per partecipare ad una serata celebrativa del cinema e del teatro, tra le più affascinanti espressioni d’arte . Una produzione ambiziosa quella de ”I Fratelli De Filippo” , che vuol essere un omaggio ad un “orgoglio italiano” conosciuto in tutto il mondo come Eduardo. I fratelli De Filippo, Eduardo, Titina e Peppino, avevano ereditato il talento dal padre, Edoardo Scarpetta, ma non il cognome, segnando la storia del teatro napoletano. Basti ricordare la comicità espressiva di Peppino, mai banale, Titina che si calava magistralmente in ogni ruolo che le veniva assegnato ed Eduardo, “il gigante tra i giganti”. fautore di quella forma di teatro che non fosse solo puro intrattenimento, ma fascinoso strumento per inviare messaggi di alto profilo spirituale portando in scena la complessità della vita. A ben guardare”, ha detto concludendo la Casellati, “ogni lavoro di Eduardo scandisce un periodo storico della nostra Italia, cominciando dal periodo della guerra in cui regnavano fame e miseria, passando per gli anni d’oro del boom economico, poi nuovamente la crisi finanziaria fino ad arrivare ai giorni nostri. Desidero infine osannare la grande umiltà di Eduardo, spesso scambiata erroneamente e con grande superficialià per altezzosità, il quale dopo essere stato eletto senatore a vita, quando qualcuno lo chiamava senatore, si ribellava e diceva: “chiamatemi Eduardo ci ho messo 40 anni di duro lavoro per essere conosciuto ed apprezzato esclusivamente con il mio nome!”” Parole di soddisfazione e di elogio per Rubini, sono state espresse anche dal Presidente Fico, “orgoglioso di essere anche io di origine di una città che ha dato i natali ad Eduardo”. Infine il neo Sindaco Manfredi ha elargito ampi apprezzamento per l’opera di Rubini che ha saputo rappresentare con maestria ed arte Napoli, una città dolente che nei secoli ha trovato sempre la forza di rialzarsi”. Alla serata ha partecipato il cast al completo del film con i suoi tre protagonisti: Mario Autore, Domenico Pinelli, Anna Ferrajoli Ravel. “Sergio più volte ha affermato che stava cercando un attore anche un po’ intellettuale che interpretasse Eduardo”, ha detto Autore, “ ed ha scelto me probabilmente perché oltre a fare l’attore, sono anche regista e compositore, sono multi disciplinare come il Maestro; cosa mi affascina di lui? Ha concluso Autore; “la sua intransigenza e la sua riservatezza che lo rendevano poco propenso ad esternare le sue emozioni ed i propri sentimenti!” Dal canto suo Anna Ferrajoli Ravel , alias “Donna Titina” ha così riferito: “ Sergio ci ha chiesto di partire da un’evocazione di una personalià; pertanto ci siamo da subito allontanati da un discorso imitativo perché i De Filippo erano degli artisti inavvicinabili! Ci siamo concentrati sui sentimenti che tenevano legati i tre fratelli e sui loro rapporti inter familiari, sia come esseri umani che come trio artistico ponendo poi l’accento sulla loro genesi familiare che li ha traghettati al successo teatrale. I De Filippo sono stati i fondatori di un realismo teatrale rendendosi interpreti anche del cambiamento sociale di una generazione”. Infine Domenico Pinelli, alias Peppino alla prima esperienza cinematografica, ha riconosciuto una similitudine caratteriale con il suo personaggio Peppino riscontrata nella “sindrome dell’eterno secondo”, in una sorta di mania di persecuzione e nel contrasto interiore tra amore e odio che egli vive puntualmente Presenti alla kermesse anche esponenti della cultura e dello showbiz; tra questi lo scrittore Maurizio De Giovanni, il maestro scultore Lello Esposito, il maestro Peppe Barra, Antonio Parlati, Direttore del Centro di Produzione Rai di Napoli, Maurizio Gemma, direttore Film Commission Regione Campania Biagio Izzo, Peppe Lanzetta, Patrizio Rispo.
Dai un’occhiata al nostro articolo precedente!
Seguici anche su Twitter, Facebook, Instagram e Youtube!