Inps: persiste divario retributivo e occupazionale uomo-donna

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“È un appuntamento molto importante dove si parla di parità di genere che è il fulcro della crescita di un Paese. L’Inps è sempre impegnato su questi temi, ha un patrimonio di dati informativi che può mettere a disposizione proprio per eliminare i gap che esistono – retributivi, di carriera, di conciliazione famiglia lavoro – tra uomini e donne. Abbiamo un comitato unico di garanzia molto attivo che ha messo in piedi molte azioni positive e come Inps siamo impeganti sul territorio con le comunità locali per mettere in piedi progetti che facciano della parità di genere il punto centrale dello sviluppo del Paese”. Così alla Dire Vincenzo Caridi, direttore generale dell’Inps, a margine dell’evento ‘Il cug Inps incontra il territorio. Disuguaglianze tra i generi: prima e dopo la pandemia’ al Maschio Angioino di Napoli. “Persistono – afferma alla Dire Maria Giovanna De Vivo, presidente del comitato unico di garanzia dell’Inps e direttrice regionale della Campania – un divario retributivo e una differenza sul tasso di occupazione tra uomini e donne. Nell’ambito privato abbiamo più occupati che occupate e una differenza retributiva del 32% a livello nazionale, in Campania del 34% e a Napoli del 32%. Per le donne sono meno anche le giornate lavorate perché, ovviamente, devono assolvere anche compiti di cura: il rapporto annuale dell’Inps ha verificato che da 253 si è scesi a 235 giornate nel 2020, 18 in meno e 19 in meno considerando le sole donne. Nell’ambito pubblico c’è un altro fenomeno: più donne che lavorano rispetto agli uomini con retribuzioni, però, molto più basse e sono impegnate nell’ambito della sanità, dell’istruzione, dell’assistenza. Retribuzioni più basse significano anche pensioni in futuro più basse. Il divario retributivo complessivo è del 43% in Italia, dove scende un po’ sulla retribuzione oraria perché è vietato prevedere una retribuzione diversa a parità di qualifica, a fronte del 39% mell’Unione europea. Avere più donne nel mercato del lavoro fa sì anche che si sostenga meglio il sistema pensionistico e quello della previdenza così come fare figli per scongiurare il rischio di una società in decadenza. L’istituto, grazie al quale abbiamo questi dati, è molto impegnato anche ad adottare politiche per lo sviluppo e l’empowerment femminile anche con il contrasto al soffitto di cristallo, politiche di formazione, utilizzo dello smart working”. Dai dati presentati oggi da a Napoli da De Vivo si evince anche che le differenze sono più marcate per gli operai, -43% in Italia, con la Campania e la provincia di Napoli che fanno registrare un gap retributivo per gli operai più alto della media nazionale (rispettivamente -50% e -49%). Le differenze tendono ad attenuarsi per lavori più remunerati (-20% dirigenti).

 

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