Si apre a Napoli, all’Hotel Royal Continental, il congresso ‘Napule è…Pediatria preventiva e sociale. Luci, ombre, abbagli’, organizzato dalla Società italiana di pediatria Preventiva e Sociale (Sipps). L’evento partenopeo targato Sipps animerà la città fino a lunedì 25 aprile e rappresenta in sè un evento nell’evento, perchè torna in presenza dopo due anni di pandemia. Cinquanta i partecipanti, tra moderatori, relatori e discussant, pronti a dibattere e confrontarsi su molte e interessanti tematiche che mettono al centro la salute del bambino e dell’adolescente. ‘Gli argomenti sono davvero numerosi- spiega il presidente Sipps, Giuseppe Di Mauro- e fanno tutti parte della ‘mission’ della nostra Società. niziamo nel pomeriggio di sabato 23 aprile con due corsi a noi molto cari e ricchi di spunti. Il primo si sofferma sulla genitorialità responsiva e sul ruolo del pediatra, chiamato a colloquiare maggiormente con i genitori e a renderli più consapevoli e responsivi. Una corretta genitorialità è alla base del rapporto genitore-bambino e rappresenta uno dei fattori protettivi per il suo sviluppo’. Il secondo corso ha un impatto importante sia sui pediatri che sulle famiglie: è quello relativo alle infezioni respiratorie ricorrenti. ‘Sembrano banali, sembrano virali e certamente passeranno- prosegue Di Mauro- ma nel frattempo, soprattutto per i bambini che frequentano l’asilo nido e che possono incorrere in 6-7 episodi l’anno, ci sono evidenze importanti come quelle sui lisati batterici, in particolare sull’OM-85 e sulla vitamina D, che insieme rivestono un ruolo davvero di primo piano nella prevenzione di queste IRR’. Spazio, poi, a due letture magistrali, una di più ampio respiro, a cura del professor Giovanni Liccardo, dal titolo ‘La Napoli sotterranea tra storia e archeologia’. ‘Una lettura simile- sottolinea il presidente Sipps- non poteva mancare. Attraverso la storia e l’archeologia ripercorreremo la storia della bellissima Napoli nel corso dei secoli. La seconda lettura magistrale, ‘Coronavirus life cycle: iconografia pandemica’, è del professor Gianfranco Tajana, che scatta una fotografia di quella che è stata, e purtroppo sarà, l’epidemia da Covid-19′.
Il congresso ‘Napule è 2022’ viene dunque organizzato in presenza a distanza di tre anni dall’ultimo residenziale del 2019. ‘Finalmente ci rivedremo da vicino- afferma soddisfatto il dottor Di Mauro- sempre nel rispetto delle norme anti Covid: dal distanziamento all’uso delle mascherine’. Nel corso della tre giorni di lavori ampio spazio verrà inoltre dato alle vaccinazioni e ai loro effetti collaterali, ai disturbi specifici dell’apprendimento, ai probiotici, all’uso dei FANS nel dolore e nella febbre. Senza dimenticare la funzione della Luteina nel primo anno di vita, lo sviluppo neuro-evolutivo del bambino (il progetto Tandem) e la prevenzione in ortodonzia. A Napoli fari accesi anche sulle novità 2022 dell’alimentazione complementare. ‘Nella giornata di domenica 24- informa Di Mauro- presenteremo un documento intersocietario a cura della Sipps, della Società italiana per lo sviluppo delle origini della salute e della malattia- Sidohad, della Federazione italiana medici pediatri-Fimp e della Società italiana di nutrizione pediatrica-Sinupe. Voglio inoltre sottolineare che molte sezioni sono state pubblicate sulla rivista indicizzata ‘Nutrients’. I nostri documenti si rivolgono, dunque, non solo ai pediatri italiani ma a tutti i pediatri europei e mondiali’. ‘L’alimentazione complementare- aggiunge Maria Carmen Verga, segretario Sipps, pediatra di famiglia Asl Salerno, Vietri sul mare- è un argomento su cui in genere un po’ tutti pensano di poter dire la loro ed è un tema che viene spesso trattato dai blog, sui social e sui mass media. In realtà l’alimentazione, in particolare quella dei primi anni di vita e dei primi mille giorni, è uno dei più importanti determinanti di salute, ancora più importante nel momento in cui interviene su un bambino piccolo, per cui può condizionarne non solo il suo stato di salute a breve termine, come ad esempio la crescita o un rischio di anemia o di carenza di ferro, ma anche la sua salute a medio e lungo termine, ad esempio predisponendolo ad un rischio di sovrappeso o di obesità nel caso in cui l’alimentazione sia sbagliata’. Il documento che la Sipps ha curato insieme alle altre società scientifiche affronta l’alimentazione complementare proprio dal punto di vista scientifico. ‘Essendo un determinante di salute- rende noto Verga- è molto importante che le raccomandazioni che noi formuliamo siano basate sulle migliori evidenze scientifiche e non sulle credenze personali, fermo restando le abitudini locali e quelle di ogni famiglia. Questo documento ha a fronte per ogni raccomandazione un lavoro di revisione sistematica della letteratura molto vigoroso, a cui ha fatto seguito un confronto tra circa 50 esperti su quelle che potevano essere le migliori indicazioni possibili per tutelare e garantire la salute del bambino per quanto riguarda l’alimentazione complementare’. Al congresso ‘Napule è…Pediatria preventiva e sociale. Luci, ombre, abbagli’ ‘presenteremo alcuni punti perchè si tratta di un argomento molto vasto, il documento è davvero ampio- aggiunge il segretario Sipps- e con ‘Fatti e misfatti nell’alimentazione complementare’ prenderemo in esame solo alcune problematiche’. ‘I ‘fatti’- sottolinea- sono i dati provenienti dalla letteratura e quindi le raccomandazioni che possiamo formulare con una relativa certezza, almeno sulla base delle evidenze che abbiamo disponibili in questo momento. I ‘misfatti’, invece, sono quelle raccomandazioni che consideriamo e che sono poi risultate sbagliate. Raccomandazioni che scaturiscono non soltanto dai blog o dai social, ma a volte anche dagli stessi documenti scientifici pubblicati e che, sulla base di una valutazione un po’ più attenta, un po’ più rigorosa, un po’ più aggiornata non sono poi considerate condivisibili’. La relazione è stata suddivisa in due: di alcuni argomenti si occuperà Maria Carmen Verga, mentre la dottoressa Margherita Caroli, che insieme al professor Andrea Vania è la promotrice del documento, ne tratterà altri. ‘Io affronterò il problema delle diete veg, dell’introduzione degli alimenti potenzialmente allergizzanti e dell’utilizzo del sale- informa Verga- mentre la dottoressa Caroli si soffermerà sulle modalità dell’alimentazione complementare, come l’auto svezzamento e l’alimentazione responsiva, oltre che sull’alimentazione complementare differenziata nei bambini che assumono latte materno rispetto ai bambini che, invece, vengono alimentati con la formula, ovvero con il biberon’. ‘Il nostro documento- tiene a precisare l’esperta- ha avuto un seguito, perchè rientra in un particolare progetto di ‘Nutrients’, che ha chiesto al professor Vania e alla dottoressa Caroli di curare uno special issue proprio sull’alimentazione complementare come strumento di prevenzione delle malattie non trasmissibili, quindi obesità, sovrappeso, diabete ma anche rischi di tumore’. ‘Questo special issue- aggiunge infine Verga- contiene circa 23 articoli curati anche da famosi esperti internazionali. La maggior parte di questi 23 articoli scaturisce proprio dal lavoro del documento italiano. È stato fatto quindi un ulteriore aggiornamento: a Napoli, dunque, presenteremo le conclusioni e i dati quasi in tempo reale’. Sempre nella giornata di domenica 24 aprile occhi puntati su un’altra pubblicazione, la Guida intersocietaria sulla tutela della disabilità, di cui si è già discusso nell’ultimo congresso nazionale della Sipps svoltosi a Caserta. ‘Questo testo riveste un ruolo fondamentale per i pediatri, per i medici e per le famiglie- precisa il presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale- perché avere un bambino con una disabilità è, purtroppo, un peso enorme. La Sipps, insieme alla Sip e alla onlus ‘Il senso della vita’, ha voluto fornire un aiuto alle famiglie e agli stessi medici per dare un supporto a questi bambini’. Nel corso della sua relazione il dottor Giacomo Menghini, psicologo e direttore del distretto sanitario di Velletri, Asl Roma 6- si occuperà anche dei fratelli e delle sorelle di questi bambini disabili. ‘Molto spesso- afferma Menghini- l’attenzione è centrata sul soggetto portatore di una disabilità, a volte sulla sua famiglia, in particolare sui suoi genitori ma credo che accanto a questo ci sia un mondo costituito proprio da fratelli e sorelle che in qualche modo condividono un percorso di vita condizionato in maniera profonda da questa realtà e da questa condizione’. ‘Credo sia importantissimo cominciare a portare l’attenzione su quelli che sono gli aspetti critici legati ad una particolare condizione- prosegue- ma anche a tutti gli elementi che con la resilienza attivano una serie di risorse nelle persone coinvolte e molto spesso diventa una occasione di maturazione e di crescita personale’. Sono persone che affiancano in un percorso di crescita un loro fratello, una loro sorella che purtroppo vivono una situazione di maggiore difficoltà- aggiunge l’esperto- e che possono ricavare da questa vicenda una condizione di profonda crisi personale, che magari li segna per tutta l’esistenza o che, al contrario, possono trarne lo spunto per un momento di crescita importante, loro e della loro famiglia’. Oggi Giacomo Menghini è il direttore del distretto ma per quasi 30 anni ha lavorato in un servizio di neuropsichiatria infantile come psicologo e in questo lasso di tempo ha avuto l’occasione di accompagnare le traiettorie evolutive di tanti ragazzi e delle loro famiglie. ‘Ho potuto riconoscere- afferma- che quello che inizialmente le famiglie vivono come un dramma può diventare anche l’occasione per una crescita complessiva del sistema familiare, in particolare di fratelli e sorelle che spesso abbiamo visto trovare in questa situazione lo spunto e le occasioni per raggiungere anche livelli di consapevolezza e di conoscenza per diventare persone adulte con un ruolo davvero preciso all’interno della società’. Ecco, dunque, che per gli addetti ai lavori la Guida intersocietaria sulla tutela della disabilità rappresenta un documento fondamentale. ‘E’ importante fornire strumenti agli operatori della sanità, ai genitori, a quanti possono essere interessati a questo tema- precisa Menghini- perchè si tratta di un compendio dello stato dell’arte delle conoscenze, delle indicazioni e dei suggerimenti da attivare nell’affrontare una problematica così importante. È una manualistica che mancava nella panoramica degli strumenti offerti agli operatori sanitari. Non pensiamo di essere esaustivi e completi perchè si tratta del primo passo che dovrà certamente essere aggiornato con la Sipps e che intendiamo portare avanti nel prossimo futuro’. Altra Guida intersocietaria molto cara alla Società italiana di pediatria preventiva e sociale è quella relativa alla diagnostica nello studio del pediatra di famiglia. Nato dalla collaborazione tra Sipps, Federazione italiana medici pediatri-Fimp e Società italiana delle cure primarie pediatriche-Sicupp, il documento mette il pediatra nelle migliori condizioni di iniziare e di finire il percorso diagnostico terapeutico all’interno del proprio ambulatorio. ‘Riflesso rosso e auto-refrettometro’ è il titolo di uno degli interventi di questa sessione, a cura del dottor Michele Fiore, pediatra di famiglia a Genova e responsabile educazione alla Salute e comunicazione nazionale Sipps. ‘La Guida- spiega il curatore e ideatore del testo- è un documento incentrato su una serie di test che si possono eseguire nell’ambulatorio del pediatra di famiglia. L’acronimo inglese è ‘Poct’, ovvero ‘Point of care test’, e sotto questa definizione rientrano tutti quei test che si possono fare nei pressi dell’ammalato, ovvero tutto ciò che non riguarda test ospedalieri o in laboratorio’. Nell’ambito di questa Guida, Michele Fiore parlerà del riflesso rosso e dell’autorefrettometria. I pediatri di famiglia, nella loro attività routinaria, devono svolgere un ruolo di prevenzione e di intercettazione precoce di tutta una serie di patologie. ‘Il riflesso rosso e l’auto-refrettometria vanno nel senso di problematiche oculistiche- informa il pediatra- e nello specifico il riflesso rosso va ad indagare tutto quello che si può vedere nei cosiddetti ‘mezzi diottrici’, ovvero l’occhio dalla cornea fino alla retina, se vi è una sorta di ostacolo alla luce che passa attraverso l’occhio’. È un test che viene fatto dai neonatologi in fase di dimissione, quindi in seconda, terza giornata, e successivamente dai pediatri di famiglia almeno nelle prime due, tre visite. Poi, ovviamente, si può fare lungo tutto l’anno di vita. ‘Viene fatto di norma con uno strumento, l’oftalmoscopio- spiega il pediatra- con una metodica molto semplice: si tratta di indirizzare una luce all’interno della pupilla in un ambiente oscurato. Questo fa sì che l’operatore possa intercettare qualsiasi cosa venga ad interrompere il fascio luminoso che si dirige nell’occhio del neonato e del lattante. In genere viene usato per problematiche quali la cataratta congenita o per problematiche ancora più importanti quali il retinoblastoma, un tumore congenito dell’occhio. È dunque un fortissimo strumento di screening che consente di intercettare quanto più precocemente possibile qualsiasi problema legato alla opacità, alla trasparenza dei cosiddetti mezzi diottrici’. Oltre all’oftalmoscopio il dottor Fiore mostrerà come si utilizza il refrattometro, strumento che permette di registrare l’immagine e il referto su supporto informatico. ‘Si tratta- sottolinea- di uno strumento che può contare su due software: uno serve per fare il riflesso rosso e un altro per fare l’auto-refrettometria, che noi pediatri mettiamo in pratica per intercettare precocemente quello che le mamme conoscono come ‘occhio pigro’, l’ambliopia’.
Questo strumento è in grado di intercettare una differente visione fra i due occhi: è capace di vedere, ad esempio, se un occhio è più miope, più astigmatico o più strabico dell’altro e riesce a capire se un occhio veda meglio o peggio rispetto all’altro o se il bambino vede alla stessa maniera da entrambi gli occhi. Anche l’auto-refrettometria è importantissima. ‘Prima si intercetta una differenza di visione tra i due occhi- tiene a precisare Fiore- prima si può fare una diagnosi dell’ambliopia. Si tratta di una patologia molto frequente in età pediatrica e alcune forme di ambliopia e alcuni soggetti magari intercettati un po’ più tardi rischiano un difetto di visione anche negli anni successivi. Prima lo intercettiamo, prima correggiamo il difetto oculare’. A Napoli spazio ad una novità: la Guida, edizione 2022, sulla prevenzione e sulle problematiche ginecologiche nei bilanci di salute, documento realizzato in collaborazione con la Fimp e con la Società italiana di ginecologia della infanzia e dell’adolescenza (Sigia). ‘Si tratta- rende noto Di Mauro- di un argomento importantissimo, a metà strada tra pediatria e ginecologia, perché il pediatra assiste fino ai 16 anni e ci sono tanti argomenti di cui bisogna parlare proprio con il pediatra, con i genitori e anche con gli stessi adolescenti, dalla regolarità dei flussi mestruali al menarca, oltre a tante altre problematiche’. La dottoressa Filomena Palma, pediatra di famiglia di Battipaglia, in provincia di Salerno, si soffermerà sui problemi che un pediatra, di famiglia e ospedaliero può trovarsi ad affrontare nell’ambito della ginecologia dell’infanzia. ‘La ginecologia dell’infanzia- sottolinea- nasce da quella dell’adulto ma se ne differenzia. In quella della donna e della bambina sono presenti caratteristiche e peculiarità diverse e dunque diversi sono gli argomenti sui quali dobbiamo focalizzarci’. ‘Nella mia relazione- continua- farò un vero e proprio percorso, dalla nascita all’adolescenza, secondo la tempistica dei bilanci di salute, ovvero le nostre visite filtro che facciamo a determinate età dei nostri pazienti per appurare non solo i parametri auxologici dell’infanzia, la crescita e l’altezza, ma attraverso questi, con una visione più ampia, più generale, andiamo anche a vedere tutto lo sviluppo psicomotorio di un bambino o di una bambina’. ‘La ginecologia comincia già dall’infanzia, con la diagnosi di un problema che può essere congenito- rende poi noto Palma- o che può essere acquisito nell’età successiva, nella prima e seconda infanzia, e può manifestarsi alla pubertà. Man mano che ci si avvicina all’età dell’adolescente, la visita fatta dal pediatra è sempre più rispettosa, è una visita che deve dedicare tempo e attenzione. Il pediatra deve mettersi nei panni dell’adolescente e parlare il suo linguaggio, anche per condividere delle scelte, per indirizzare una prevenzione, per parlare di uno stile di vita che sia il più aderente possibile a quello che garantisca il futuro di salute della nostra adolescente’. ‘Una importante prevenzione è la preservazione della fertilità futura- spiega infine- con l’osservanza di alcune regole che poi la garantiscano. È proprio su queste tematiche che la nostra nuova Guida si è sviluppata. Revisionato e aggiornato rispetto alla precedente del 2018, non vuole essere un testo di ginecologia ma, come il precedente, un documento di rapida consultazione per il pediatra, che è comunque colui che per primo deve affrontare i vari problemi. Lungi dall’essere un ginecologo, il pediatra deve quindi avere le adeguate competenze di diagnostica e di diagnostica differenziale’.
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