Scafati: raccolta umido, accordo tra Acse e Biorepack

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A Scafati A.C.S.E. S.p.A (Azienda Comunale per i servizi esterni) e Biorepack, il consorzio nazionale del sistema Conai, hanno sottoscritto una convenzione per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, che devono essere conferiti insieme all’umido. La convenzione prevede che l’Azienda Servizi A.C.S.E. S.p.A. promuova la raccolta differenziata della bioplastica compostabile assieme alla frazione umida e garantisca il successivo avvio a riciclo organico, favorendo la riduzione dei materiali estranei non compostabili. A fronte di questo impegno il Consorzio Biorepack riconoscerà dei corrispettivi economici attraverso un sistema premiale, basato sulla qualità della frazione umida raccolta in modo differenziato. Pertanto, più elevata sarà la qualità della frazione umida raccolta e maggiori saranno i corrispettivi riconosciuti dal Consorzio Biorepack. “In virtù della convenzione sottoscritta – dichiara il Sindaco Cristoforo Salvati – avremo la possibilità di migliorare ulteriormente il servizio della raccolta differenziata, sfruttando allo stesso tempo la preziosa possibilità di farci riconoscere risorse economiche per ottimizzare ulteriormente il servizio reso alla cittadinanza. Non solo. Migliorando la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggi compostabili assieme agli scarti di cucina biodegradabili ne agevoleremo la trasformazione in compost, contribuendo a donare salute ai terreni agricoli e a contrastare i cambiamenti climatici. Sono, pertanto, diversi i vantaggi previsti dall’accordo, compresi quelli a beneficio dell’ambiente e dell’agricoltura”. In base all’accordo, l’Azienda A.C.S.E. S.p.A. garantirà la gestione dei rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile insieme alla frazione umida, dalla raccolta differenziata fino al riciclo organico, il compostaggio, in linea con la nuova normativa nazionale che ha introdotto l’obbligatorietà della raccolta differenziata dell’umido urbano insieme alle bioplastiche compostabili dal 1° gennaio scorso. “Questo accordo, in linea con la nuova normativa nazionale, consentirà non solo un miglioramento della raccolta differenziata, ma anche la possibilità di ottenere ulteriori risorse per incentivare ancora di più il servizio”, aggiunge Giovanni Marra, Amministratore unico di Acse Spa. Soddisfazione per la sottoscrizione dell’accordo viene espressa anche dall’Assessore all’Ambiente, Daniela Ugliano “Si tratta – dichiara – di un accordo di importanza strategica che permetterà alla nostra città di fare un passo in avanti nella raccolta differenziata favorendo, in particolar modo, il corretto conferimento di un materiale la cui produzione è in costante aumento nelle case degli scafatesi. Ringrazio l’A.C.S.E. per il lavoro che quotidianamente svolge e per la capacità di intercettare opportunità di crescita per la nostra comunità”. Fondamentale sarà, ovviamente, il ruolo attivo dei cittadini che dovranno porre la massima attenzione a non conferire rifiuti incompatibili con i rifiuti umidi, in particolare la plastica tradizionale. In questo modo, il consorzio BIOREPACK potrà riconoscere al Comune di Scafati il massimo dei corrispettivi per raccolta, trasporto e trattamento delle bioplastiche compostabili. “Questo sistema di corrispettivi a scalare – spiega Marco Versari, Presidente di Biorepack – è essenziale per incentivare una raccolta della frazione umida di maggiore qualità possibile. In questo senso, ricordiamo di usare sempre i sacchi biodegradabili e compostabili, come le buste della spesa o i sacchetti frutta e verdura, per raccogliere la frazione organica. È anche grazie a questi strumenti se l’Italia è diventato il Paese europeo che raccoglie più frazione organica. Per aumentare ancora queste percentuali di raccolta, insieme all’umido possono essere conferiti anche gli imballaggi alimentari, le cialde del caffè e le stoviglie purché realizzati in bioplastica compostabile certificata, su cui sono apposti gli appositi marchi”. L’aumento di rifiuti organici correttamente trattati sottrae materiali allo smaltimento in discarica o nell’inceneritore e produce compost, un concime naturale, di contro ai fertilizzanti sintetici, che “restituisce” sostanza organica ai terreni. A giovarsene non sono solo le piante e la produttività agricola (che, al contrario, in presenza di suoli degradati sta pericolosamente diminuendo), ma anche la lotta al cambiamento climatico contro il riscaldamento globale. La sostanza organica, infatti, è costituita essenzialmente di carbonio che viene immagazzinato nei terreni, migliorando la fertilità, anziché introdotto in atmosfera sotto forma di CO2, una delle principali cause dell’effetto serra. I suoli sono il secondo più grande magazzino di carbonio nel Pianeta dopo gli oceani. Più carbonio nel terreno significa quindi meno CO2 in atmosfera.

 

 

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