Giffoni next generation, iniziativa per i migranti

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“Migranti: l’opportunità nell’avversità”, questa la mentorship di Chris Richmond che ha coinvolto il Dream team di questa edizione di Giffoni Next Generation. Il founder di Mygrants – la prima applicazione basata sul microlearning e appositamente progettata per fornire agli immigrati, attraverso una serie di moduli-quiz tematici ripetibili in 3 lingue, informazione, formazione e supporto verso specifiche destinazioni – e i fondatori di Giffoni Innovation Hub Luca Tesauro, Orazio Maria Di Martino e Antonino Muro hanno un obiettivo comune: quello di creare opportunità lavorative e di riscatto sociale in grado di migliorare quella mattonella di mondo da cui muovono i primi passi i giovani che non chiedono nulla di più che una possibilità. Da qui l’intenzione di dar vita, in tempi stretti, ad una partnership tra il polo innovativo e Mygrants. Qualsiasi progetto vedrà sempre protagonisti i ragazzi della Gen Z, rappresentati, in sala dai ‘dreamers’, con cui oggi Richmond ha analizzato il fenomeno della migrazione come una delle sfide sociali più importanti dei nostri tempi. Un fenomeno complesso, spesso descritto propagandisticamente attraverso la riproposizione di luoghi comuni, che grazie ad un approccio imprenditoriale, all’applicazione di modelli etici nell’uso dei dati grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, può essere governato. “La conoscenza è la premessa al cambiamento e parte dall’analisi di alcuni dati – ha spiegato Richmond – il 10 per cento del Pil mondiale viene generato dagli immigrati. Ciò significa che dietro la migrazione c’è un potenziale economico, oggi, sottovalutato. Il secondo dato è relativo alle imprese ‘Fortune 500’ che per il 48 per cento sono costituite o gestite dai migranti. C’è da riflettere sul fatto che si tratta di imprese che generano valore e opportunità lavorative”. Altro spunto offerto dal founder di Mygrants al Dream team è stato quello relativo alle condizioni che contribuiscono a creare flussi migratori volontari o involontari. “Tra queste la necessità di avere un servizio sanitario all’altezza delle necessità dei cittadini – ha elencato – l’insicurezza ambientale; l’insicurezza umana poiché è nell’incertezza che i singoli individui o intere comunità vanno alla ricerca di migliori condizioni di vita; l’insicurezza alimentare che è strettamente connessa all’insicurezza economica in quanto se i prezzi delle materie prime schizzano alle stelle l’autosostentamento è a rischio”. Ultimo, ma non ultimo fattore in grado di creare flussi migratori è legato all’incertezza politica che spinge i migranti ad abbandonare il proprio Paese e a chiedere asilo politico altrove. “Le percentuali – ha ricordato Richmond – relative alla ‘concessione dell’asilo politico’ sono irrisorie rispetto alle richieste”. Ad oggi il numero di migranti nel mondo è di circa 282 milioni destinati ad aumentare a causa della guerra in Ucraina e ad attestarsi attorno ai 300 milioni. In prospettiva, nel 2050, il numero potrebbe triplicare soprattutto a causa dei cambiamenti climatici. Ognuno di noi è potenzialmente un migrante, non è un caso che tra i 24 ragazzi del Dream team, un terzo non abbia escluso la possibilità di lasciare l’Italia e fare esperienze all’estero o trasferirsi per trovare un lavoro. Ma perché andar via se qui c’è tutto ciò che serve? E’ questo l’interrogativo su cui Richmond ha invitato i ragazzi a riflettere. “Il talento segue il talento – ha ricordato – e va dove c’è maggiore competizione. Vivete l’Italia come un cantiere da sperimentare, non c’è miglior contesto per realizzare quello che volete fare”.

 

 

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