Supercoppa women, Glionna e il gesto d’amicizia che non passa inosservato

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È ormai tardo pomeriggio quando l’arbitro con il suo triplice fischio decreta la fine di Roma-Juventus. Centoventi minuti e dieci rigori che consegnano alle giallorosse la Supercoppa italiana, il secondo trofeo della loro giovane storia. Pochi istanti ed esplode la gioia. La fetta di centrocampo occupata dalle giocatrici capitoline è incontenibile e tutte si lanciano in corsa ad abbracciare Camelia Ceasar, autrice della parata sul rigore decisivo. Tutte, tranne una. Benedetta Glionna non riesce ad esternare il suo entusiasmo, lo sguardo è preoccupato. Anche lei corre, ma in una diversa direzione, quella di Sofia Cantore. La numero 9 bianconera si copre il volto, ha appena fallito il colpo decisivo. Glionna si avvicina, abbraccia la sua amica di sempre e le carezza il capo come per dire: “Non è niente, capita. È successo anche a me, sono solo stata più fortunata”. Solo dopo raggiunge trionfante le sue compagne, come se avesse appena realizzato di aver vinto, come se per lei la festa fosse iniziata in seguito a quel gesto necessario.
 Un momento di profonda unione fra due grandi amiche, due calciatrici le cui stelle calcistiche sono brillate all’unisono per lungo tempo. Benedetta Glionna e Sofia Cantore sono cresciute insieme. L’una di origini napoletane, l’altra di Lecco, hanno iniziato la loro carriera con il Fiammamonza. Talentuosissime, furono notate dalla neonata Juventus che le volle con sé. Nel 2019 andarono, ancora insieme, in prestito al Verona per fare esperienza. Solo nel 2020-21 la prima stagione con colori diversi. Poi il definitivo scisma, con Glionna a titolo definitivo alla Roma e Cantore tornata in bianconero questa estate. Si divide il destino calcistico ma non il rapporto fraterno. E così persino la gioia di una Supercoppa appena vinta può aspettare.

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