Tumore del polmone, al Monaldi inizia il reclutamento per uno screening precoce. Anna Iervolino: «La nostra azienda al centro di un progetto che cambia l’approccio alla malattia». All’Ospedale Monaldi entra nel vivo lo studio clinico sperimentale di screening “RISP”, acronimo di Rete Italiana Screening Polmonare. Ad essere coinvolti, con l’obiettivo di scovare precocemente eventuali tumori al polmone, saranno i grandi fumatori e gli ex fumatori, in età compresa tra i 55 e i 75 anni, che verranno sottoposti a Tac a basso dosaggio. Per avere informazioni e per entrare a far parte del programma basta mettersi in contatto con l’Unità operativa complessa di Pneumologia ad indirizzo oncologico, scrivere alla mail risp@ospedalideicolli.it o inviare un messaggio WhatsApp al numero 3333355429. Il progetto, in collaborazione con l’Istituto dei Tumori di Milano, vede l’Azienda Ospedaliera dei Colli (Ospedale Monaldi), Centro di riferimento per la Campania. Possono partecipare al progetto persone di entrambi i sessi e di età compresa tra i 55 e i 75 anni, considerati forti fumatori (almeno 20 sigarette al giorno per 30 anni o 40 sigarette al giorno per 15 anni) o ex forti fumatori da 15 anni o meno e che non abbiano avuto patologie oncologiche negli ultimi 5 anni. Sono 440 i soggetti che verranno arruolati. «Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte al mondo per patologia neoplastica e il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio per il suo sviluppo» spiega Ciro Battiloro, responsabile scientifico dello studio RISP per l’Azienda Ospedaliera dei Colli. «Oggi, la diagnosi avviene in stadi già avanzati in pazienti sintomatici, il progetto RISP, invece, si propone di individuare in fase precoce la malattia», conclude. «L’Azienda Ospedaliera dei Colli – dice Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli – ha aderito al protocollo con la convinzione che, nella cura delle neoplasie polmonari, un ruolo fondamentale lo giochi la prevenzione. Con la diagnosi precoce auspichiamo che si possa cambiare il decorso della malattia».
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