Quali mele, pere, ciliegie, grappoli d’uva e olive troveremo sulle nostre tavole nei prossimi decenni? Saranno quelle magistralmente dipinte dai pittori del barocco napoletano nelle grandi tele esposte al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, oppure siamo costretti a rassegnarci alla triste omologazione della frutta che riempie gli scaffali della grande distribuzione, incurante della stagionalità e delle peculiarità territoriali? E come si può coniugare l’esigenza di salvaguardare il patrimonio genetico delle antiche cultivar con una popolazione mondiale che ha sforato il tetto degli 8 miliardi di abitanti sulla Terra? Si apre con questi e molti altri interrogativi lunedì 30 gennaio (dalle ore 9.30, Università del Sannio, Complesso di Sant’Agostino, Benevento) la conferenza internazionale “Genuine2023”, acronimo esplicitato nel sottotitolo quanto mai esplicativo: “Strategia globale per la conservazione e l’uso delle risorse genetiche degli alberi da frutto”. Due giorni di studio e confronto tra esperti del settore, relatori di caratura internazionale che tenteranno di dare risposta agli interrogativi suesposti e alla sempre crescente domanda di cibo sano e genuino che proviene dalla società civile. Tra questi Kent Nnadozie, Segretario del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura della FAO, Ben Gutierrez e Gan-Yuan Zhong, Servizio di Ricerca Agricola del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), Unità di Ricerca sulla Genetica della Vite, Unità Risorse Genetiche Vegetali, Cornell AgriTech, Stazione di Sperimentazione Agricola dello Stato di New York, Cornell University, Angjelina Belaj, Curatore della Collezione mondiale di germoplasma di olivo del Centro IFAPA di Córdoba “Alameda del Obispo”, Istituto di Ricerca e Formazione Agricola (IFAPA) di Córdoba in Spagna e Matt Ordidge dell’Università di Reading, Dipartimento di Scienze delle colture a Berkshire nel Regno Unito, oltre ai docenti di varie Università italiane e ai docenti e ricercatori dell’Università del Sannio che ha organizzato il convegno che sarà introdotto dai saluti istituzionali del Rettore Gerardo Canfora e del Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Pasquale Vito. Le due sessioni di studio, mattutina e pomeridiana, saranno presiedute da Raffaele Testolin, docente presso il Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali all’Università di Udine. La conferenza è organizzata dal Dipartimento di Scienze e tecnologie dell’Università del Sannio (Comitato scientifico: professor Carmine Guarino, professoressa Rosaria Sciarrillo e i ricercatori Daniela Zuzolo, Maria Tartaglia e Antonello Prigioniero e Luca Sgroia, presidente CRAA-Azienda Regionale Improsta, Regione Campania) e nasce dall’esperienza maturata nello sviluppo del progetto DiCoVaLe (Diversità Conservazione Valorizzazione delle specie Legnose da frutto), finanziato dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania nell’ambito PSR (Piani strategici regionali). Per maggiori informazioni consultare il sito del progetto: dicovale.it
Un’esperienza importante che finora ha ottenuto ottimi risultati nella caratterizzazione morfologica, agronomica, biochimica e genetica in situ di circa 500 risorse fitogenetiche endemiche e minacciate, tra cui la mela “rosa” diffusa nella zona del Matese o la ciliegia “pellicciara” presente nell’Alto Casertano tra i comuni di Carinola, Nocelletto e Ciamprisco. Oltre allo studio in situ delle 500 cultivar presenti sul territorio della Regione Campania, il progetto DiCoVaLe, inoltre, ha previsto la realizzazione di tre campi di collezione in cui vengono coltivate ex novo le specie oggetto di studio, situati a Portici, presso l’Università di Agraria, a Eboli nel Salernitano presso l’azienda regionale Improsta del CRA e a Caserta presso il CRA. Al centro del convegno la conservazione e valorizzazione delle risorse genetiche vegetali degli alberi da frutto in tutto il mondo, da un punto di vista olistico e multidisciplinare, con focus sullo stato dell’arte, tecniche e prospettive in situ ed ex conservazione in situ delle risorse genetiche. “Con Genuine2023 vogliamo condividere i risultati e le esperienze scaturite da DiCoVaLe e aprire un confronto scientifico su un tavolo internazionale che possa accogliere ricercatori e policy makers – afferma il professor Carmine Guarino, coordinatore del progetto – I consumatori chiedono sempre più che il cibo nei piatti possa raccontare loro il territorio di provenienza, una narrazione che travalica il tempo per restituire nei sapori la natura ancestrale di un luogo. Questa conferenza nasce da un’esigenza emergente a livello globale di indirizzare la ricerca scientifica dei decisori politici verso una consapevolezza e un uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali orientate alla loro conservazione, protezione e valorizzazione”.
Martedì 31 gennaio 2023 gli studiosi visiteranno il Museo e Real Bosco di Capodimonte: sia le collezioni d’arte presenti nella Reggia-Museo con particolare attenzione alla pittura barocca e alle nature morte, presenti nella mostra “Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli” e poi raggiungeranno l’agrumeto e il frutteto del Giardino Torre, ultimo giardino produttivo che riaprirà le porte al pubblico nella primavera 2023, in cui sono presenti diverse cultivar tra le specie di arancio, mandarino, limone, pero, pesco, albicocco, susino, ciliegio e altre tipologie di alberi da frutta.