Ponte di Messina, Pedicini (MET): “Opera fondamentale, ma da sola non basta”

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“Il Ponte di Messina è un’opera di fondamentale importanza per il rilancio di tutto il Paese, affinché si valorizzi al massimo la sua posizione strategica nel Mediterraneo. Ed è svilente ascoltare le parole di Salvini, che ne riduce la realizzazione ai soli costi di spesa, senza mai inserirla in una pianificazione più ampia di reti viarie e infrastrutturali. Se poi diventa addirittura pretesto per attacchi politici, mettendo sullo stesso piano i critici del Ponte con i critici dell’autonomia differenziata, si fa concreto il rischio che il progetto possa rimanere nei termini di un banale slogan, come già successo in passato”. Così l’europarlamentare del Gruppo Greens/Efa e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini. “Che l’autonomia differenziata rappresenti un danno incalcolabile per il Sud e il Paese – sottolinea Pedicini – lo abbiamo dimostrato e oggi siamo ben supportati da studi di economisti, costituzionalisti, esperti e tecnici, fino ai recenti dossier di Senato della Repubblica e Commissione Europea. Altra cosa è parlare di un’infrastruttura strategica come il Ponte di Messina, per il quale siamo da sempre assolutamente a favore, purché i 13,5 miliardi messi in campo rappresentino solo una parte di un investimento sull’intero sistema infrastrutturale al Sud. Spesa che, tra l’altro, sarà recuperata in appena due anni, se si tiene conto che col ponte si abbattono i costi dell’insularità che, per le difficoltà collegate ai collegamenti, costa alla Sicilia oltre sei miliardi di euro l’anno. Per questo siamo convinti che una vera strategia debba puntare a una rete integrata di connessione tra il Mezzogiorno d’Italia con l’Europa, i Paesi africani e il Medio Oriente. In questa prospettiva, il Ponte è solo una parte di sistema di connessioni materiali e immateriali, che preveda lo sviluppo di reti di collegamento piccole, medie e grandi: dall’Alta Velocità ferroviaria in tutto il Sud, Sicilia compresa, alla comodalità tra porti, ferrovie, strade e vie navigabili per raccogliere i flussi di merci in direzione Nord Europa. Solo così possiamo puntare a un vero rilancio per il Sud e il Paese ed evitare che un’opera attesa da decenni, possa diventare un ponte in un deserto”.

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