“Uniti per la legalità è l’occasione per rappresentare a politici e magistrati il lavoro quotidiano svolto dai dottori commercialisti. Vogliamo tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica rispetto a questo tema che riguarda da vicino anche l’ambito giudiziario, convinti che il lavoro dei professionisti sia sottostimato rispetto al reale valore nello scenario economico e fiscale. Sui beni confiscati, andrebbero subito ricollocati e restituiti alle comunità, ma bisogna innanzitutto aiutare le imprese che rischiano di essere avvicinate dalla criminalità organizzata”. Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, a margine della terza edizione dell’evento “Uniti per la legalità” organizzato da UNGDCEC presso Porto di Roma a Ostia. Il premio “Uniti per la legalità 2023” è stato assegnato al ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Un riconoscimento – dice De Lise – che rappresenta anche un auspicio: occorre tenere accesi i riflettori verso una categoria che è baluardo di giustizia e legalità, ma che ha bisogno di maggiori garanzie per operare in un contesto sempre più complicato”. Altri premi per la legalità sono stati assegnati a Donato Pezzuto, amministratore e custode giudiziario del Porto di Roma, Massimiliano Monnanni, presidente dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Asilo Savoia, Renato Marconi, amministratore delegato Marina di Procida Spa, presenti oggi a Ostia. I riconoscimenti sono stati assegnati anche a Nicola Gratteri, procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, e a Brunello Cucinelli, stilista e imprenditore, che li riceveranno nelle prossime settimane. Alla manifestazione è intervenuto Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, che ha annunciato un intervento del Governo: “Bisogna limitare le interdittive antimafia contro le aziende ed è possibile farlo grazie all’autocontrollo. Nel nuovo corso a cui stiamo pensando c’è un professionista dedito a questo percorso di autocontrollo, che servirà a recuperare il dialogo tra pubblico e privato. Vogliamo sconfiggere la presunzione di illegalità e provare a disegnare insieme percorsi idonei a raggiungere l’obiettivo per Stato sano dal punto di vista giuridico ed etico”. “Il messaggio del viceministro Sisto dà grande fiducia alle imprese e segna una importante linea di demarcazione: l’impresa è etica se persegue il suo core business”, analizza De Lise. “Ora i professionisti vicini alle imprese porteranno questo messaggio ai loro assistiti, ricordando che la correttezza del sistema organizzativo delle imprese rappresenta la vera prevenzione contro le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività”. Nel corso dell’evento, che si è svolto presso il Porto di Roma ad Ostia, si sono tenute due tavole rotonde su “Interdittive antimafia e Controllo Giudiziario” e “L’impresa: l’etica degli affari ed i Modelli Organizzativi ex D.Lgs. n. 231/2001”, moderata da Sonia Mazzucco, vicepresidente dell’Ungdcec e delegata in materia di Diritto Penale dell’Economia: “Non bisogna mai perdere occasione per comunicare messaggi importanti come la legalità. Noi, come professionisti, siamo sempre in prima linea su questi aspetti e portiamo avanti la nostra professione con passione e dedizione, spesso anche esponendoci in prima persona”. Al convegno è intervenuto tra gli altri anche Guglielmo Muntori, presidente dell’Osservatorio sulle politiche per il contrasto alla criminalità economica della Camera di Commercio di Roma, già presidente della Sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Roma: “Di recente un deposito pneumatici è stato trasformato in palestra e sta accogliendo oltre mille ragazzi della zona, che prima erano costretti a frequentare quelle degli Spada, centri sportivi che in realtà erano centri di reclutamento”. “Sono stati momenti difficili – ha raccontato Pezzuto – poiché abbiamo affrontato una situazione fallimentare dove imperversava la criminalità. Gli stessi inquilini del porto erano soggetti poco raccomandabili e addirittura la sicurezza faceva capo ad un narcotrafficante. Un contesto difficilissimo, dove ora ci sono presidi di tutte le forze dell’ordine. Allora abbiamo puntato sullo sport per rilanciare il Porto. Altro fiore all’occhiello è la trasformazione di un deposito delle gomme abusivo nella palestra della legalità”. “Senza lavoro di rete non si raggiunge nessun obiettivo – ha detto Monnanni – ed è impossibile trasformare un bene confiscato in una impresa sociale. Noi oggi siamo un modello che gestisce 11 beni e dà lavoro a tanti giovani. Un modello che offriamo al territorio: gli amministratori giudiziari non siano lasciati soli nella gestione dei beni, ma vengano affiancati anche dagli enti pubblici”. Tra gli esempi virtuosi c’è anche il porto di Procida: “I porti turistici – ha evidenziato Marconi – sono una frontiera e spesso ci troviamo ad affrontare reati di ogni genere, dal traffico droga all’evasione fiscale, e le persone perbene devono difendersi sia da terra che da mare. Una gestione etica dà i suoi frutti e Procida è uno stimolo a stare sempre attenti”.