“Per dare attuazione ai progetti del PNRR sul verde urbano i Comuni possono assumere uno svariato numero di professionisti tra cui svettano botanici, ecologi, agronomi, finanche laureati in Scienze naturali ma…non i Biologi. Perché questa grave lacuna?”. Se lo chiede il sen. Vincenzo D’Anna, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (FNOB), appellandosi direttamente al ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto, al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin ed a quello della Salute, Orazio Schillaci, affinché “pongano rapidamente rimedio a questa rovinosa dimenticanza”. “Non sta a noi – spiega D’Anna – ricordare come il PNRR si incentri prevalentemente intorno al progetto della transizione ecologica; quello che troviamo tuttavia assurdo è che, per la trattazione delle problematiche legate alla cura del verde urbano e dell’ambiente in generale, venga esclusa la figura del biologo le cui specifiche competenze in materia sono chiaramente inserite nell’art.3 della legge istitutiva n.369/67”. Da tempo, incalza l’ex parlamentare: “si tende a confondere il biologo con una sorta di ‘infermiere tuttofare’ associato ai soli esami del sangue. Nulla di tutto questo. Il biologo, nelle sue diverse e molteplici specializzazioni, studia anche le forme viventi e gli ecosistemi con uno sguardo rivolto alla tutela della salute intimamente connessa alla salubrità dell’habitat in cui viviamo”. “Escluderci, pertanto, dal novero delle figure professionali ‘arruolabili’ rappresenta” per il presidente della FNOB: “un gesto di mero autolesionismo, che può paradossalmente limitare la buona riuscita dei progetti stessi previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Da qui la richiesta ai ministeri “di adoperarsi per inserire anche il biologo tra le figure competenti in modo che i Comuni possano avvalersi, senza se e senza ma, anche della loro duttile e poliedrica esperienza in campo botanico, ecologico ed ambientale”.