Si è concluso il Consiglio Nazionale del Partito Repubblicano Italiano, con la presenza del segretario nazionale Corrado de Rinaldis Saponaro, sono stati eletti cinque consiglieri nazionali nell’organismo dirigente, provenienti da Napoli e provincia, Tania Cuccurese, Pasquale Gallifuoco, Paolo Gravagnuolo e Maria Lamberto. Entra in Direzione Nazionale il commissario provinciale di Napoli del PRI, Carmine Pezzullo.
Il Consiglio Nazionale ha delegato il Segretario Nazionale del PRI alle trattative con le forze politiche di ispirazione di aree democratiche e riformiste, per le presentazioni delle liste alle prossime elezioni europee, con il simbolo storico dell’edera. In Consiglio si è deciso che il PRI sarà impegnato, per la sua storia e per la sua cultura politica, in alleanze con le forze democratiche e riformiste.
Si è confermato la nostra distanza con l’attuale governo di destra, coerenti con la nostra lunga storia e cultura, dichiara Carmine Pezzullo, possiamo dichiarare che la tradizione liberale e democratica è ancora alla base del partito repubblicano. Il partito repubblicano, continua Pezzullo, si oppone al populismo, come ad ogni estremismo ed è contrario alle discriminazioni, si batte per i diritti civili, per la giustizia sociale e per un’economia sostenibile. Il Partito Repubblicano ha lanciato la proposta di ritornare al sistema elettorale proporzionale. Sostiene la direzione Nazionale, questo sistema è più rispondente alla vera rappresentatività del popolo, magari corretta dalla fiducia costruttiva, come nel modello alla tedesca, che stabilizza l’esecutivo.
Il Consiglio Nazionale del PRI ha motivato la contrarietà al progetto di autonomia differenziata, cosi come presentato, rimarcando che una situazione politica di forti contrasti potrebbe ricevere forti spinte tendenti ancora una volta alla divisione del Paese, cosa che assolutamente è da evitare. Soddisfatto Carmine Pezzullo, aggiunge, la ragione politica del Partito Repubblicano, trova radici nella lezione antica di Mazzini, quella sua speranza intravista che ne fa il vate del Risorgimento ma anche il padre delle istituzioni moderne, come si sono consolidate solo dopo tante lotte e dolori, dopo la seconda guerra mondiale, quando l’alleanza delle repubbliche democratiche si e sviluppata nell’ atlantismo e nell’europeismo, e a cui i repubblicani, con la Malfa e i tanti dirigenti nazionali e locali hanno dedicato il massimo del loro impegno politico e del loro ingegno. Auspico dunque, conclude Pezzullo, l’avvio di una stagione di pari valore, questo è l’impegno mio e di tutti i dirigenti della mia realtà territoriale. I tempi sono difficili e la politica stenta a svolgere il suo ruolo, ecco perchè siamo chiamati a un di più di proposta culturale. Abbiamo appreso a non onorare non appartenere non denigrare ma vogliamo ancora testimoniare il valore di quanti ritenendo giusta una idea si sono spesi per la sua riuscita fino all’estremo sacrificio. Proprio i nostri avi ci hanno consegnato uno stato conquistato col sangue del popolo, magari a un re straniero, pur di vedere la Patria Una e Indivisibile. È tempo di non aggiungere Federata, per non dire divisa, non solidale. E noi dobbiamo sentirci impegnati per riscattare il nostro onore a fare i conti con i nostri limiti. Una sfida a cui non possiamo sottrarci per poter liberamente riconfermarci fratelli tra noi e col mondo.