Comunali Castellammare di Stabia: alleanza M5S, Pd, Sinistra Italiana

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Il centrosinistra per bocca di uno dei suoi più autorevoli rappresentanti, il deputato stabiese 5 Stelle eletto nel locale collegio, Gaetano Amato, ha rilevato quella che è la natura politica dell’alleanza fra 5Stelle, Pd, e Sinistra italiana alle prossime elezioni comunali: un patto a tre fra lui, Roberto Elefante e Tonino Scala. Un’alleanza partitica che segue le logiche partitiche e le linee partitiche di cui i cittadini sono stufi. Nella sua intervista trasmessa sui social, Amato rivela una verità che noi tutti conoscevamo già e che quindi non ci meraviglia, se non per il fatto che viene spiattellata senza alcun rispetto per quelli che sono i loro alleati, i potenziali tali, e gli elettori: 5Stelle, Pd, e Sinistra italiana non vogliono interferenze. Vogliono decidere loro programma e sindaco, dopodiché apriranno la porta a quanti intenderanno subire le loro scelte. Un po’ come se gli altri allenati dovessero fare la parte di maggiordomi compiacenti pronti a dire sì a comando. E se questo è l’inizio, figuriamoci cosa accadrebbe se vincessero le elezioni. Un passaggio dell’intervista di Amato, di cui andrebbe stigmatizzato anche l’atteggiamento tenuto nei confronti delgiornalista, mi ha particolarmente colpito, una metafora che cito testualmente: “Noi decidiamo (riferendosi a lui, Roberto Elefante e Tonino Scala) che questi tovagliolini li vogliamo così… tutti e tre… Se un altro decide che i tovagliolini gli vanno bene come vogliamo noi, apriamo la porta ed è bene accolto”.

Siamo veramente al minimo del livello politico e al massimo di quello dello sprezzo della dialettica democratica e del confronto politico che, Amato e i suoi non conservano neanche per parvenza. In queste parole c’è tutta l’arroganza politica dei partiti, tale da fa presumere ai nostri tre tenori della politica stabiese di essere nel giusto, nella verità e di essere in dovere di dispensarla al popolo. Questa logica politica non appartiene a me, non appartiene a chi crede in un centro moderato che punta a far rinascere la città di Castellammare. Le parole di Amato, inoltre, sono uno schiaffo sfrontato e irrispettoso alla collaborazione di politici e uomini delle istituzioni che hanno fatto la storia non solo di Castellammare e che ancora oggi collaborano con la sua alleanza. Mi riferisco, in particolare ma non solo, a Salvatore Vozza e Adrea De Martino, l’uno ex sindaco e l’altro ex candidato sindaco di Castellammare che alle ultime elezioni ha ottenuto una grande affermazione uscendo sconfitto di poco al ballottaggio, al quale aveva avuto accesso battendo proprio il Pd. Entrambi, secondo la logica di Amato sono considerati degli incandidabili. “Il Sindaco sarà niente di già visto. Nessuno che è stato già sindaco o già candidato”, ha detto nella sua intervista il deputato – e sorvolo sui contorni aggiunti – senza neanche mai citare o esprimere un minino apprezzamento per le liste civiche di area centrosinistra che fanno capo proprio a De Martino. Liste che hanno ben figurato alle ultime elezioni e che rappresentano una fetta di elettori stabiesi. Nel suo intervento Amato non ha fatto altro che ribadire che la colazione, le scelte, le nomine, sono una cosa a tre fra 5Stelle, Pd, e Sinistra italiana. E alla faccia dell’uno vale uno e della democrazia diretta, Amato ha anche sottolineato che finito il programma lui, Elefante e Scala si siederanno al tavolino e decideranno il nome del sindaco. Ecco la logica dei partiti di cui la gente è stanca, che non ha portato nulla di buono a Castellammare. Questa arroganza partitica che in realtà si è già manifestata in passato, numerose volte. Incluso nei 5 Stelle. Non è un caso, infatti, se due dei suoi rappresentanti di spicco, Teresa Manzo, ex capogruppo grillina alla Camera, e Luigi Cirillo consigliere regionale 5Stelle, abbiano entrambi detto addio al movimento, nonostante il grande lavoro svolto per i grillini e per il territorio. Noi, quelli che vogliono il campo largo, quelli che non guardano ai simboli di partito o ai permessi che arrivano da Roma, siamo aperti al contributo di tutti: sia per stilare il programma, non quello elettorale ma di amministrazione, sia per scegliere i nomiche dovranno attuarlo. Perché l’unico vero programma di rilancio cittadino efficace è quello che nasce come sintesi di tutte (o quante più possibili) le componenti che rappresentano i cittadini. L’unico candidato sindaco che si può scegliere è quello che la gente, gli elettori, riconoscono come leader, non le segreterie di partito che cercano di dividersi le poltrone cittadine. Una città a me, una a te. Qui, nella nostra colazioni moderata, non ci sono interessi di partito da difendere, non ci sono equilibri da sistemare col bilancino o con il manuale Cencelli. Qui c’è solo il futuro di Castellammare di Stabia. Il futuro di una città democratica che non accetterà più le imposizioni dei partiti che arrivano, come ha sottolineato Amato, dal provinciale e dal nazionale. Le decisioni per Castellammare si prendono solo a Castellammare, solo negli interessi degli stabiesi. Voglio aggiungere un ultimo commento. Per me rappresenta una grandissima mancanza di rispetto per chi lavora per tenere informata la gente, definire scemenze quelle che i giornalisti pubblicano sui giornali anche in relazione a questa fase pre elettorale. Ed è una mancanza di stile far passare notizie giornalistiche per battute comiche sulle quali si ride la mattina. Il fatto che prima di decidere di impegnarsi attivamente in politica, poco più di un anno fa, ed essere eletto deputato, non esime Amato dal mantenere toni più istituzionali nei confronti dei giornalisti che, proprio nella nostra zona, lavorano fra mille difficoltà e problemi. Amato dovrebbe capire che non basta avere un nome “nuovo” scelto dai segretari di partito per guidare una mini coalizionevecchio stile perché questa possa essere definita un cambiamento. Castellammare ha bisogna di una svolta vera, cioè di un modo di ragionare nuovo. Di un modo di agire diverso, trasparente, inclusivo. E questo è proprio quello che manca a lui e alla sua coalizione dei tre saggi.

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