“Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza sposta l’attenzione in una fase precedente al conclamarsi della crisi. Ci sono numerosi strumenti per poter intervenire, ristrutturare le aziende e ripartire in una nuova prospettiva economica. Il commercialista, come manager di impresa, “mastica” più di tutti i numeri e le situazioni di carattere fiscale delle imprese: proveremo a dimostrare che una crisi affrontata con coscienza e competenza può rivelarsi un’opportunità. Ma serve anche un nuovo approccio che possa essere costruttivo, andando a individuare linee di business attraverso strumenti previsti dal Codice”. Lo ha affermato Matteo De Lise, presidente Aiecc (Associazione italiana degli esperti della composizione della crisi) nell’ambito del convegno “Il Nuovo Codice della Crisi e dell’Insolvenza: stato dell’arte e proposte di revisione”, che si è svolto a Napoli.
Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, ha evidenziato: “L’obiettivo è mantenere in piedi un sistema economico che attraversa un momento turbolento. Veniamo fuori da una pandemia, conviviamo con due guerre a livello internazionale, l’inflazione è in crescita e il mercato instabile. L’impresa necessita di un supporto strategico, ed è un supporto che può essere fornito soltanto dai commercialisti, che meglio di altri conoscono le dinamiche delle aziende garantendone la continuità nel lungo periodo”.
Per Eraldo Turi, numero uno dell’Odcec Napoli, “il nuovo Codice è uno strumento su cui contare, ma serve tempo affinché tutti gli istituti possano sfruttarlo nel migliore dei modi. Oggi l’interesse delle imprese è avere disponibilità finanziarie per fare investimenti: disponibilità che in questo momento sono esigue, a causa di uno scenario internazionale particolarmente instabile. È un circolo vizioso, con i tassi di interesse saliti alle stelle che hanno provocato un calo radicale delle spese per gli investimenti”.
Secondo Elisabetta Garzo, presidente del Tribunale di Napoli, “il nuovo Codice impone delle problematiche ma dà anche strumenti per la soluzione di situazioni difficili che gli imprenditori si trovano a vivere. È importantissima la figura del dottore commercialista, soprattutto l’impegno e la grande professionalità che nelle aule di giustizia possiamo riscontrare quotidianamente”.
Gianpiero Scoppa, presidente di Sezione del Tribunale di Napoli, ha rimarcato come “il Codice è uno strumento ancora in fase di rodaggio. I numeri che riscontriamo nella nostra attività giudiziaria non sono coerenti con le aspettative del legislatore, tant’è vero che già si parla di nuovi interventi correttivi. Credo sia necessario un momento di riflessione sul metodo utilizzato per questa riforma, penso che la strada da seguire sia quella di una semplificazione per poter creare coordinate generali di sistema nelle quali l’attività del professionista può essere inquadrata in maniera più adeguata e vincente”.
Livia De Gennaro, giudice delegato del Tribunale di Napoli, ha sostenuto: “Il convegno è stato un confronto ampio tra operatori del diritto provenienti da diversi tribunali: un’occasione per affrontare argomenti sempre più problematici e in vista di un correttivo al Codice che dovrà arrivare tra qualche mese. La richiesta è quella di un professionista sempre più specializzato e addentro alle problematiche delle imprese, che si confronti su evoluzioni normative nell’interesse della continuità aziendale, che è diventato un valore centrale”.