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Cgil, al via le celebrazioni per i 130 anni della Camera del Lavoro di Napoli

Napoli, 4 marzo 2024. Primo appuntamento oggi a Pomigliano per i 130 anni dalla costituzione della Camera del Lavoro di Napoli, con l’iniziativa, “Dall’Alfa Sud a Stellantis: passato, presente e futuro del distretto industriale a Pomigliano d’Arco”.
“Avviamo le celebrazioni per i 130 anni della Camera del Lavoro di Napoli – ha affermato il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – con questa prima importante riflessione sulle politiche industriali e sulla storia dello stabilimento di Pomigliano. Negli anni ’70 in Italia, quando si sviluppò un dibattito sulle possibili politiche occupazionali da mettere in piedi per le zone svantaggiate del Paese e su quali produzioni prevedere nel Mezzogiorno, si pensò a Pomigliano. Oggi, a distanza di tanti anni, il tema sembra essere ancora questo: come difendere l’occupazione e come rilanciare le politiche industriali. Una grande multinazionale come Stellantis non può continuare a tenere in ostaggio i lavoratori in ragione di piani industriali che mancano e delle incertezze che caratterizzano ancora la trasformazione del settore automotive. Così come, se l’obiettivo per garantire il futuro dell’automotive in Italia e in Campania è produrre un milione e mezzo di veicoli, vorremmo capire quali sono i piani e il programma per la Pandina”.
“Quella di Pomigliano – ha affermato Giuseppe Pesce, giornalista e autore del libro “Alfa Sud, una storia italiana” – è una storia di storie. Esiste una storia di Pomigliano addirittura precedente a cinquant’anni fa, quella del periodo fascista, poi esiste una storia della Pomigliano degli anni ’50 che non riesce a ripartire perché c’è una grossa opposizione della Fiat, una Pomigliano in cui già all’epoca si voleva produrre un’utilitaria presso gli stabilimenti Alfa. Non fu possibile, fu realizzato alla fine degli anni ’60, il grande stabilimento fu progettato prima del ’68, prima dell’autunno caldo del ’69 ed entrò in funzione all’inizio degli anni ’70 quando i rapporti industriali e sindacali all’interno del mondo operaio erano completamente mutati. Questo provocò un disastro dal punto di vista industriale, sindacale, operaio, sociale, politico. Perché quella fabbrica non funzionò mai, perché era stata progettata per un’altra epoca, però produsse una grande auto, fu la prima macchina, l’Alfa Sud, progettata e prodotta nel Mezzogiorno d’Italia. Quella dell’Alfa Sud è una grandissima storia italiana”.
“Bisogna affrontare la realtà – ha affermato il segretario generale della Fiom, Michele De Palma – e la realtà sta nel fatto che l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha portato a casa lo stipendio più alto di tutti gli amministratori delegati, mentre invece lavoratrici e lavoratori italiani continuano da più di 10 anni ad essere in cassa integrazione. Noi chiediamo alla presidente del consiglio di convocarlo a palazzo Chigi, di convocare un incontro con le organizzazioni sindacali per avere in tutti gli stabilimenti le missioni produttive di ricerca e sviluppo e dall’altro lato di mettere in sicurezza le lavoratrici e i lavoratori dipendenti di Stellantis ma anche di tutte le ditte di appalti”.
“E’ inaccettabile – secondo De Palma – che per fare efficienza si facciano appalti o subappalti e poi dopo il rischio per la salute e per la sicurezza dei lavoratori aumenta. E’ per questa ragione che abbiamo scioperato insieme a Pratola Serra e per questa ragione, cioé quella di un futuro produttivo, che si sciopererà ad aprile nello stabilimento di Mirafiori e in tutto l’automotive a Torino. Noi pensiamo che anche qui a Pomigliano sia arrivato il momento di scegliere unitariamente come impostare una trattativa nei confronti dell’azienda, perché il futuro dei lavoratori dipende dal futuro produttivo di questo stabilimento e noi non ci possiamo permettere di aspettare ancora altri anni”. All’iniziativa sono intervenuti il segretario generale della Fiom Cgil di Napoli, Mauro Cristiani, l’assessore al lavoro del Comune di Pomigliano, Marianna Marra, il docente di Storia Moderna all’Università degli Studi di Salerno, Aurelio Musi.

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