La città del Rinascimento diventa rock per l’artista salernitano. Doppio appuntamento per Mangone che spazia tra Firenze e New York. Fernando Mangone ritorna dunque a Firenze per la presentazione dell’Atlante di Arte Contemporanea fra gli Artisti Internazionali con quotazione ufficiale al Metropolitan Museum of Art di New York. Successivamente, il 25 maggio, il volume sarà presentato nella prestigiosa cornice del Metropolitan Museum a New York. In questo ritorno, porta con sé non solo il libro, ma anche la memoria e il ricordo, incarnati nelle sue grandi tele illuminate dai suoi splendidi colori. Le opere sono interpretate ed eseguite con il suo gesto libero e sicuro, con la sua fantasia e creatività capaci di dare vita e pulsione, trasformando ogni cosa, ogni immagine, in vera ed autentica emozione. La pittura di Mangone è Rock, è psichedelica, un omaggio agli anni della sua gioventù, ai suoi viaggi per le città d’Italia e d’Europa, agli anni belli e ormai lontani dell’Accademia e dei suoi primi successi artistici. Firenze! La città che lo ha accolto ed ospitato per oltre dieci anni e che ancora porta nel cuore per le emozioni che gli ha offerto, per le sue bellezze storiche ed architettoniche, per le sue atmosfere magiche e suggestive. Da questa premessa nasce dunque il sentito omaggio di Fernando Mangone alla città di Firenze, quasi un doveroso ringraziamento per quanto ricevuto, per la ricchezza artistica di cui ha potuto usufruire, per le intense emozioni qui vissute e condivise.
Ecco allora scorrere dinnanzi ai nostri occhi le opere di Fernando Mangone e sono opere intense, di grande qualità e di grandi dimensioni che rivelano tutta l’abilità dell’artista e le sue doti di straordinario interprete ed esecutore. Si parte da Piazza della Signoria con l’imponente mole di Palazzo Vecchio, meravigliosa sintesi dell’architettura civile trecentesca e uno dei palazzi civici più conosciuti e apprezzati del mondo, si prosegue poi con Santa Maria Maggiore e quindi con Piazza del Duomo, Santa Maria del Fiore e il famoso campanile di Giotto, maestosa torre campanaria della Cattedrale e uno dei capolavori del Gotico italiano. La sua realizzazione nel 1334 fu affidata a Giotto, all’epoca il più importante artista vivente che vi legò per sempre il proprio nome. Mangone, come è nel suo stile, esegue di getto, segue l’impeto del momento, il suo estro creativo, ascolta con attenzione le proprie sensazioni e il proprio stato d’animo. Nascono così questi straordinari paesaggi urbani percorsi dalla luce, dalla geometria dei famosi e storici palazzi, dalle antiche e magiche atmosfere. Ma il viaggio nelle bellezze fiorentine continua ed eccoci allora nella prestigiosa Galleria degli Uffizi, il grande edificio costruito tra il 1560 e il 1580 su progetto di Giorgio Vasari: è uno dei Musei più famosi del mondo per le sue straordinarie collezioni di pittura e scultura antica e contiene moltissimi capolavori assoluti dell’arte di tutti i tempi. Mangone lo conosce alla perfezione, lo ha frequentato per anni ammirando e studiando con attenzione le opere esposte, lo ha descritto più volte nelle sue opere. Ma la sua attenzione si posa ora sul suo porticato e sulla sua intrigante prospettiva colta da lontano, da Piazza della Signoria. Si passa quindi a Palazzo Medici Riccardi e al suo storico cortile e poi al famosissimo Ponte Vecchio, simbolo eterno di Firenze perché testimone delle più importanti vicissitudini storiche vissute dalla città e si arriva alla Biblioteca Medicea Laurenziana, importante complesso architettonico progettato da Michelangelo Buonarroti tra il 1519 e il 1534: nei suoi prestigiosi spazi sono conservati importantissimi documenti e manoscritti del passato. E come non ricordare, poi, in questo viaggio così unico e straordinario i protagonisti della grande rivoluzione artistica del Rinascimento? Così, sulle grandi tele di Fernando Mangone, ecco apparire i famosi ritratti di Giotto, Leonardo Da Vinci, Raffaello Sanzio, Michelangelo Buonarroti, Beato Angelico, Botticelli ed altri ancora. E’ una vera e propria “full immersion” nel Rinascimento italiano, un viaggio unico e straordinario nella grande storia dell’arte. Ma ciò che più colpisce, nella realizzazione di questi ritratti, è la loro vitalità e forza espressiva che, unita all’immediatezza esecutiva e alla potente scala cromatica adottata dall’artista, li rendono vivi e pulsanti, moderni e contemporanei. Quando si osservano queste opere si viene immediatamente rapiti dalla luce e dal colore. C’è qualcosa di affascinante e misterioso in queste opere, una “vis interiore” capace di alterare e/o modificare la realtà creando magiche atmosfere, immergendo lo spettatore in dimensioni metafisiche, ai confini del reale. Ogni tanto, all’interno di questi grandi dipinti dedicati a Firenze, compaiono anche improvvise e piacevoli contaminazioni con la grande storia della Magna Grecia. Il famoso “Tuffatore”, dell’omonima tomba di Paestum, compare infatti più volte e lo troviamo nella Piazza della Signoria immersa dalle acque, sulle sponde di Ponte Vecchio e nel cortile di Palazzo Medici Riccardi. Ma questi rimandi all’arte greca si ripetono poi con il “gallo Lucano” sul campanile di Giotto, con Eros e il Delfino di Paestum, ultima scoperta recentemente avvenuta a Paestum. È lo sguardo del grande artista del sud, capace di unire in una sola ed unica espressione, i due grandi momenti storici, facendoli diventare e rivivere con occhi moderni e contemporanei.
Il viaggio di Mangone prosegue poi nel centro storico di Firenze, nelle vie meno note e conosciute e si sofferma sui locali che lo videro giovane uomo e promettente artista. Rivive allora la sua passione Rock, il suo desiderio di libertà e indipendenza, la sua ferma volontà di essere unico e diverso, come la sua vita e il suo modo di intendere e concepire l’arte.
Ancora una volta, dunque, Fernando Mangone con questa coraggiosa iniziativa, si rivela grande protagonista dell’arte contemporanea e, ancora una volta, le sue opere scavano un solco profondo con la pittura dei nostri giorni, sono una proposta nuova, originale e sconvolgente che evidenzia, in modo chiaro ed inequivocabile, tutta quanta la sua passione e la sua forza rivoluzionaria.
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