Il personale sanitario in servizio al Cardarelli di Napoli dovrà tornare a sottoporsi, obbligatoriamente nei turni di entrata in servizio, al tampone naso-faringeo rapido per Sars Cov-2. Lo stabilisce una nota della direzione generale del più grande ospedale del Mezzogiorno inviata ai direttori delle Unità operative sulla scorta del monitoraggio costante realizzato dall’Azienda ospedaliera sulla recrudescenza del virus. Una misura accolta positivamente dai sindacati, dalla Cisl Funzione pubblica della Campania in particolare, che però eccepisce: «E gli addetti delle altre aziende ospedaliere come devono regolarsi?».
Lorenzo Medici, leader regionale del sindacato di categoria, prende atto del provvedimento adottato «a fronte – come si legge nella disposizione – della chiara ed evidente ripresa della circolazione virale a carico dei pazienti afferenti a questa Azienda ospedaliera di rilievo nazionale» ma chiede di sapere che cosa intende fare la Giunta regionale, attraverso la direzione generale del settore, «per proteggere tutti gli altri addetti del Servizio Sanitario Regionale e i cittadini attualmente ricoverati?».
«Ognuno si muove come vuole – argomenta Medici –. Al Monaldi, ad esempio, hanno predisposto una stanza bolla. Altrove non si sa. Eppure c’è una Unità di Crisi che dovrebbe uniformare il comportamento uguale per tutti, sia a difesa degli operatori che degli ammalati, anche per evitare una ulteriore diffusione del Covid. Non ci si può affidare all’estemporaneità delle singole direzioni e dei singoli uffici. Anche perché è tuttora vigente – ricorda il segretario generale – la direttiva regionale del 30 giugno con cui veniva sottolineato che non c’era più l’obbligo dei tracciamenti, dei tamponi e delle mascherine. A distanza di 20 giorni c’è questa nuova recrudescenza, come è stato segnalato, e nessuno sa cosa deve fare. Un paradosso che ha dell’incredibile».
Medici così conclude: «Quando la struttura competente si decide a dare un indirizzo preciso di cui tutti avvertiamo l’esigenza per scongiurare un’altra ondata di contagi? Non osiamo nemmeno immaginare che dobbiamo mettere in campo una mobilitazione sindacale per ottenere che si provveda ad una prevenzione generalizzata a difesa di tutti, essendo un obbligo di legge che gli organismi istituzionali preposti devono rispettare per difendere la salute di tutti».