Prima il calcio totale di Sarri, poi quello relazionale di Spalletti e ora quello essenziale di Conte

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Al di là dei Kvara che vengono e dei Kvara che vanno (via),  progetto del Napoli, della squadra e della società, si è ormai affermato in Italia come modello vincente e competitivo. La sintesi degli ultimi 10 anni credo possa essere la seguente: abbiamo ammirato il Napoli di Maurizio Sarri con il suo ‘calcio totale’, poi il Napoli di Luciano Spalletti con il suo calcio ‘relazionale’ ed adesso ecco il Napoli di Antonio Conte improntato sul ‘calcio essenziale’. Il primo è stato il calcio della grande bellezza: tutti attaccano, tutti difendono. Ritmi alti e possesso palla costante. Poi difesa altissima, pressing e fuorigioco esasperato. Si sono visti, in quella fase, goal segnati dal Napoli dopo tiki-taka e possesso palla anche di 20-30 tocchi/passaggi. Il secondo è stato, invece il football che privilegia l’interazione tra i giocatori e la fluidità nei movimenti, quindi anche tra i reparti (difesa-centrocampo-attacco): tutto ciò per creare una sinergia di gruppo strutturale. Tutti partecipano alla costruzione dell’azione di attacco ed, al tempo stesso, tutti curano una parte specifica della fase difensiva e di non possesso. Il Napoli di Spalletti ha sbaragliato gli avversari, introducendo, in un calcio italiano da anni povero di ‘valore tecnico’, un gioco nuovo e raffinato. Il terzo, quello che vediamo adesso, è un calcio che bada più pragmaticamente alla sostanza, non curandosi della forma. La squadra esprime pochi concetti calcistici, basilari ed efficaci, concentrandosi sul fare poche cose e cercando di farle nel miglior modo possibile. Di estetica se ne vede poca, ma naturalmente quel che conta è l’obiettivo ed il risultato. I numeri, per ora, dicono che anche questa squadra può avere ambizioni importanti. Sappiamo tutti che, nei fatti, il Napoli di Sarri lo Scudetto è come se lo avesse vinto, anche se non compare sugli almanacchi; quello di Spalletti lo ha stravinto ed è lì, sontuoso, che compare nell’albo d’oro, mentre per Conte ovviamente…chi vivrà…vedrà…

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