Concluso il progetto “Ghost Gear & Seawatching in Sorrento” con un bilancio di 750 chili di rifiuti recuperati a mare: 300 chili di plastica, 70 chili di vetro, 25 chili di lattine, 100 chili di materiali vari indifferenziati e 250 chili di reti fantasma. Oltre alla pulizia, è stata svolta una attenta azione di monitoraggio, grazie alla quale sono state avvistate numerosi animali che popolano questo specchio d’acqua. L’iniziativa, varata dall’assessorato all’Ambiente e alla Risorsa Mare del Comune di Sorrento, all’interno delle attività legate alla Bandiera Blu 2021, e promossa dal presidente del consiglio comunale, Luigi Di Prisco, è stata realizzata per sensibilizzare sia i cittadini che gli operatori legati al comparto pesca, al recupero di attrezzature da pesca smarrite o abbandonate. Si tratta delle cosiddette “reti fantasma”, una delle principali cause di inquinamento del nostro mare in quanto disperdono nell’ambiente microparticelle sintetiche. Oltre a rappresentare per le specie ittiche che vi rimangono intrappolate dei veri e propri “muri della morte”, sono un pericolo anche per la sicurezza di subacquei e bagnanti.
Il progetto ha visto protagonista la Salboat di Salvatore Ioviero, realtà che opera nel comparto del pescaturismo.
“Questa iniziativa avviata tramite un progetto pilota – spiega il presidente del consiglio comunale, Luigi Di Prisco – oltre ad averci fornito dati importanti sul recupero di rifiuti in un tratto non troppo lontano dalla nostra costa, al tempo stesso ci ha fatto capire di quanto vivo sia il nostro mare grazie alla presenza di numerose specie marine che lo popolano: i numerosi avvistamenti di delfini, tartarughe, cetacei e addirittura alcuni esemplari di squali verdesca ci devono dare sempre maggiori stimoli per lavorare per migliorare lo stato della nostra risorsa mare”.
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