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“Mettici la Mano” apre il Teatro Diana con Antonio Milo e Adriano Falivene

Grande ouverture dello storico Teatro Diana di Napoli questa sera 20 ottobre fuori abbonamentoPer ricominciare insieme”, con la Prima Nazionale, di “Mettici la Mano, che vede protagonisti Antonio Milo e Adriano Falivene, già interpreti dei famosi personaggi del Brigadiere Maione e Bambinella nella fortunatissima Fiction  de “Il commissario Ricciardi”,  insieme ad Elisabetta Mirra. In scena un nuovo inedito testo scritto dallo stesso Maurizio de Giovanni, per la regia di Alessandro DAlatri , accompagnati dalle musiche di Marco Zurzolo, scene di Toni di Pace e i costumi di Alessandra Torella.  il Teatro Diana “riparte”, con la 41° Stagione di Prosa proponendo, un cartellone ricco di interessantissimi appuntamenti. ”Ricominceremo dal punto in cui siamo stati costretti a fermarci”, afferma Claudia Mirra”, guardando con rinnovata fiducia al futuro. Uno straordinario programma aspetta, in questo nuovo anno teatrale, tutti i nostri affezionati abbonati (circa 9.000) e i tutti i nostri graditi spettatori.

Già moltissimi nostri spettatori, con affetto, vicinanza e solidarietà, “ha continuato la Mirra” ci hanno sostenuto ed incoraggiato in questi lunghi mesi e adesso numerosi, concretamente, in questo avvio di campagna abbonamenti , hanno deciso di confermare il loro posto”.

Grande ouverture dello storico Teatro Diana di Napoli dunque questa sera 20 ottobre fuori abbonamentoPer ricominciare insieme”, con la Prima Nazionale, di “Mettici la Mano, che vede protagonisti Antonio Milo e Adriano Falivene, già interpreti dei famosi personaggi del Brigadiere Maione e Bambinella nella fortunatissima Fiction  de “Il commissario Ricciardi”,  insieme ad Elisabetta Mirra. In scena un nuovo inedito testo scritto dallo stesso Maurizio de Giovanni, per la regia di Alessandro DAlatri , accompagnati dalle musiche di Marco Zurzolo, scene di Toni di Pace e i costumi di Alessandra Torella. Dopo la lunga stagione dei teatri chiusi”, ha detto il regista D’ Alatri, “è una gioia poter annunciare il mio ritorno sulle tavole del palcoscenico. Un ritorno che segna anche una continuità artistica inedita per me: questo nuovo progetto nasce come una costola della saga de “Il commissario Ricciardi”, dopo il successo della serie televisiva a cui ho lavorato. Dalla straordinaria e immaginifica penna di Maurizio de Giovanni, due tra i volti più colorati si staccheranno dalle vicende del filone corale del Commissario e torneranno a raccontarsi con il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella. Due figure che non fatico a descrivere come “maschere”, unici tra i personaggi dei romanzi ad indossare un costume: uno con il rigore della divisa e l’altro con la leggerezza della femminilità travestita. La vicenda manterrà la sua ambientazione napoletana, città che continua amorevolmente a vivere nella mia esperienza, raccontata in un periodo temporale diverso da quello dei romanzi. Qui troveremo una Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo, martoriata dagli allarmi e dai bombardamenti, ma mai priva di quella carica di umanità e di amore per la vita. Medesimi saranno i due attori che hanno interpretato la serie tv: Antonio Milo e Adriano Falivene.

Una garanzia artistica in equilibrio tra dramma e commedia che sicuramente restituirà al pubblico la gioia di ritornare in platea. La novità è Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina, straordinario sguardo sul sacrificio femminile di quell’epoca. Medesimi saranno anche i reparti artistici che mi affiancheranno in questa nuova avventura: chi ha amato i romanzi e la fiction ritroverà la stessa poetica e lo stesso divertimento. A completare la magia ci saranno le musiche di Marco Zurzolo. Aggiungo il piacere e l’orgoglio di collaborare con il teatro Diana, un’istituzione nella storia del teatro napoletano” Ed ancora, Giampiero Mirra, produttore Oris: “Quando Antonio Milo mi ha chiamato perché insieme ad Adriano Falivene, voleva trasferire i personaggi del brigadiere Maione e Bambinella a teatro, ho detto subito sì, anzi, ho aggiunto, sarà lo spettacolo di riapertura del Teatro Diana! Ritornare a Teatro con un inedito di Maurizio De Giovanni, dopo lo strepitoso successo de Il silenzio grande, sarà, non solo un privilegio, ma il modo migliore per far ritornare il pubblico in sala”

Ora non ci rimaneva che mettere insieme tutta l’equipe vincente della versione televisiva de Il Commissario Ricciardi, “ha proseguito Mirra “, e quindi la cosa più naturale è stata chiamare Alessandro D’Alatri, il regista delle serie, che si è detto subito entusiasta di tornare a fare teatro, e con lui lo scenografo, la costumista, il direttore della fotografia, il musicista e finanche la fotografa della straordinaria serie tv.

Sulla base dell’ambientazione della commedia, abbiamo ricostruito un pezzo della Napoli degli anni ’40, la guerra, i bombardamenti, la paura, il dolore, la fame, ma allo stesso tempo la voglia di vivere, l’amicizia, la fede, la solidarietà.

Un impegno economico importante per la nostra produzione, una follia forse di questi tempi, fatta per amore delle tavole di palcoscenico, che però tornano a vivere, si rianimano”.   Infine la Sinossi dell’opera raccontata dall’autore Maurizio De Giovanni: “Primavera del 1943, a Napoli.

Una tarda mattinata di sole, in cui la gente di un quartiere popolare tenta faticosamente di trovare una parvenza di vita normale, viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati, c’è il pericolo di un nuovo devastante bombardamento.

La scena è un vano interrato in tufo, uno scantinato che fa da rifugio improvvisato per proteggersi dalla morte che viene dal cielo. In un angolo del locale una statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa e in attesa di nuova sistemazione, davanti alla quale brilla qualche lumino a testimonianza del fatto che la gente del quartiere va a visitarla saltuariamente anche lì.

E’ qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: il primo ad arrivare è Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, sia per una naturale propensione al pettegolezzo, sia perché le persone vanno a confidarsi con lui, secondo una consolidata tradizione popolare. Poco dopo arriva il brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha sgozzato nel sonno il marchese di Roccafusca, un ricchissimo nobile il cui palazzo si trova a poca distanza e nel quale la ragazza faceva la cameriera.

Mentre fuori la porta in cima alle scale le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, mentre l’imminenza della possibile morte diventa sempre più vicina, il dialogo tra i tre occupanti il rifugio improvvisato si fa sempre più profondo e serrato. La Madonna, muta e addolorata, verrà chiamata in causa mentre apprendiamo in maniera frammentaria cosa è realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, e come Bambinella si trasformerà in avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso e tuttavia accorato.

Le esplosioni, sempre più vicine, terribili e minacciose, accompagneranno la comprensione della realtà e una serie di riflessioni, da differenti punti di vista, sulla vita, sulla morte, sulla famiglia, sulla giustizia e sulla fede in Dio. E anche in merito alla fame, allo stato di necessità e all’arroganza del potere.

Maione, Bambinella e la loro strana, assurda amicizia a distanza di dieci anni dall’ultima volta che li abbiamo incontrati con Ricciardi, a confronto col momento più buio e terribile della storia della città”.

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