Le malattie del fegato ed in generale le patologie collegate a insufficienze epatiche sono molto diffuse e la cura delle stesse è fondamentale. Di questo ed altro parliamo con il dottor Carmine Coppola, Direttore della Unità Operativa di Epatologia ed Ecografia Interventistica dell’ospedale di Gragnano, presidio ospedaliero dell’Asl Napoli 3 Sud. Il Centro di Epatologia è una eccellenza di rilievo regionale. Di seguito la seconda ed ultima parte dell’intervista.
Dottore Coppola, quanto manca per raggiungere il grande traguardo di eliminare completamente l’epatite C ?
C’è ancora qualche miglio da fare. Per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’OMS (eliminare l’Epatite C entro il 2030) è necessario fare emergere il cosiddetto sommerso, cioè tutti i casi misconosciuti di infezione cronica da HCV. Il governo con il decreto milleproroghe ha stanziato fondi (oltre 70 milioni di Euro, di cui alla Regione Campania oltre 7 milioni) per lo screening delle fasce ritenute più a rischio : popolazione generale nata dal 1969 al 1989 , tossicodipendenti, carcerati, omosessuali, immigrati…) Nella speranza che la pressione sulle strutture sanitarie da parte della emergenza Covid rallenta siamo impegnati in tavoli tecnici a livello regionale per stabilire le modalità da adottare per lo screening. Molto attenzionato il nostro studio pilota di Casola di Napoli che ha sfruttato l’emozione del Covid per scovare il soggetti con epatite C : adesso potremmo sfruttare i centri vaccinali per trainare l’emozione a sottoporsi al test HCV che consiste in una puntura al dito ed esaminare la goccia di sangue con il risultato immediato in circa 20 minuti. Intanto abbiamo già iniziato un altro progetto pilota “Iceberg”, un Programma di salute Pubblica dal titolo Hcv Iceberg: Intercettare, Comunicare, Educare in Ospedale. Lo studio consiste nel eseguire il test per HCV a tutti i pazienti che a vario titolo e per varie patologie vengono ricoverati negli ospedali dell’Asl Napoli 3 sud. Tutti i positivi vengono immediatamente avviati a terapia. Così renderemo tutti gli ospedali della Nostra Azienda HCV Free. Partiremo a settembre.
Il Centro di Epatologia di Gragnano è anche centro Spoke per il follow-up dei trapiantati epatici ?
Il Centro di Gragnano è impegnato anche nella cura del paziente trapiantato di fegato. Sono centinaia i trapiantati seguiti presso il centro Spoke di Gragnano nell’ambito della Rete Regionale dei Trapianti della Campana. Il Centro nato oltre 15 anni fa in collaborazione con il Centro Trapianti di Fegato dell’Università di Pisa, realizzando il cosiddetto “Modello Gragnano”: consiste nel condividere i criteri e l’iter per l’immissione in lista d’attesa. Successiva gestione in lista. Il paziente ritorna al Centro per l’intervento di trapianto ed appena dimesso torna a Gragnano per il definitivo follow up. Fondamentale è stata la formazione degli operatori molto delicata trattandosi di attività di Alta Specializzazione. Sono stati fatti diversi step formativi presso l’Università di Pisa e presso l’Ospedale di Gragnano. Il Centro di Gragnano diretto dal sottoscritto si avvale della competenza, esperienza, passione e dedizione di medici di elevata competenza che hanno seguito questo percorso formativo: la dottoressa Laura Staiano Internista, la dottoressa Daniela Amoruso Gastroenterologa, il dott. Ferdinando Scarano Infettivologo; tutti esperti ecografisti che è fondamentale per seguire questi soggetti. Il paziente viene accompagnato lungo tutto il suo percorso dalla diagnosi della malattia epatica, al primo screening di valutazione per l’invio ai centri trapianto di riferimento (sia regionale che extraregionale), e poi viene raccolto nelle settimane successive al trapianto per proseguire i controlli che dureranno a vita secondo un Protocollo condiviso a livello regionale con il recepimento del PDTA Regione Campania e l’adozione del PDTA Aziendale. A Gragnano, abbiamo la possibilità di effettuare i principali test diagnostici per i pazienti con malattia epatica cronica: controlli ematochimici generali e dosaggio del livello ematico degli immunosoppressori, esame clinico generale, ecografie specialistiche del fegato nel pre e post-trapianto con esame doppler delle anastomosi vascolari, ecografie con mezzo di contrasto e manovre invasive con drenaggi, paracentesi o biopsie.
Siete una struttura all’avanguardia, per i pazienti ed i cittadini, anche sul fronte trapianti ?
Il Centro di Gragnano fa parte, ormai dal 2016, della rete regionale campana dei trapianti epatici. Il nostro centro Hub di riferimento è collocato presso l’Ospedale Cardarelli col quale è stato firmato un protocollo d’intesa alcuni anni fa, in cui entrambe le parti si impegnano a gestire in tempi brevi e con la massima efficacia tutte le fasi assistenziali necessarie a pazienti con tale fragilità clinica. L’attività di cura del soggetto trapiantato non si è interrotta durante la pandemia da Covid19. È stato certamente necessario rimodulare le attività di cura iniziando dalla divisione fisica dei percorsi, alla pianificazione oraria degli accessi, limitata in presenza ai casi più importanti. È stata avviata una campagna di screening della prevalenza di infezione da Sars Cov 2 nella nostra popolazione di epatotrapiantati attraverso l’esecuzione di tamponi antigenici e molecolari per la ricerca del virus. Altro traguardo importante per questa particolare e delicata categoria di pazienti, è stato organizzare, presso il nostro stesso ambulatorio specialistico, la profilassi vaccinica anti Covid 19, riuscendo a vaccinare tutti nostri pazienti trapiantati nel giro di pochi giorni per entrambe le dosi. L’emergenza pandemica ha rafforzato la pratica di condivisione delle informazioni e della comunicazione col paziente tramite i mezzi informatici. Questo tipo di esperienza che, se integrata dalle attività in presenza, è molto proficua nel management di una condizione così complessa come quella del trapianto. Stiamo lavorando alla realizzazione di un Progetto Pilota per la realizzazione di una piattaforma informatizzata basato sul principio di mettere al centro il paziente con tutte le sue problematiche assistenziali e sociali utilizzando una piattaforma informatizzata condivisa bidirezionale; saranno mantenuti contatti e scambiate informazioni tra i vari specialisti che lavorano presso la struttura di Gragnano, i colleghi dei vari centri trapianto nazionali, i medici di medicina generale ed i pazienti stessi. Anche questo Progetto partirà a settembre.
Clicca qui per leggere la prima parte dell’intervista
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