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Cgil: “Comune intacca lo Statuto Abc e va contro il referendum 2011”

Napoli, 7 giugno 2024. “L’improvvisa decisione della giunta comunale di Napoli di modificare lo Statuto di ABC, è stata assunta senza alcun confronto con associazioni e sindacati. Una modifica che, a nostro avviso, rappresenta il primo passo di una complessiva messa in discussione del modello societario, unico in Italia, su cui è stata costituita l’azienda dando seguito agli esiti referendari del 2011”.

Così, in una nota, Cgil e Filctem Napoli e Campania commentano la decisione della giunta Manfredi di tenere fuori dal consiglio di amministrazione di ABC, la società pubblica di gestione idrica, le associazioni e i movimenti ambientalisti.

“Si tratta – dicono il segretario confederale Cgil Napoli e Campania, Raffaele Paudice e la segretaria generale Filctem Cgil Napoli e Campania, Lella Messina – di modifiche non marginali che intervengono su alcuni dei punti qualificanti dello Statuto come la partecipazione di espressioni della società civile aprendo la strada a uno snaturamento di ABC e le modalità di redazione del bilancio, che non sarà più partecipato. ABC gestisce un servizio fondamentale per i cittadini di Napoli e – sostengono Cgil e Filctem – deve essere protagonista del ridisegno del ciclo idrico integrato di Napoli e del suo ambito. Un soggetto industriale forte cui devono essere date risorse e capacità per continuare a crescere nell’ottica dello sviluppo ecosostenibile del nostro territorio. Per questi motivi i suoi assetti societari devono essere oggetto di un confronto trasparente con la cittadinanza e non il frutto di decisioni improvvisate dettate da interessi che non sono quelli dei cittadini napoletani”.

“Cgil e Filctem – concludono Paudice e Messina – ritengono che il Comune abbia intrapreso un percorso sbagliato e per questo chiedono un confronto serrato prima di ogni decisione assunta a colpi di maggioranza, ritenendo che ABC e la città di Napoli abbiano altre priorità a partire dal completamento del ciclo integrato delle acque, come previsto peraltro dalla legge regionale del 2015”.

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