L’annus horribilis dell’emergenza coronavirus porta anche sorprese positive. A crescere , infatti, è il mercato della nautica.
Vista evidentemente l’impossibilità di viaggare, sono in tanti a scegliere di comprare una barca.
Sono soprattutto i soldi risparmiati nei viaggi che stanno permettendo ad un nutrito numero di persone di reinvestire acquistando imbarcazioni da diporto, sia a vela sia a motore.
Secondo i dati forniti da Afina (Associazioni Filiera Italiana Nautica), il fatturato della nautica è cresciuto del 7,8% in Campania nel 2020 (nonostante le restrizioni) e complessivamente del 9,3% dal 2016 a oggi.
Più in generale, il volume di affari sul territorio campano supera del 1,3% il dato complessivo nazionale.
La Campania risulta seconda in Italia (dietro alla Liguria e davanti alla Toscana) per numero di barche (15.046 unità) e per iscrizioni di naviglio da diporto (pari al 15,6% del totale nazionale).
Rimane purtroppo il problema strutturale dei posti barca. In una città strategica come Napoli almeno 1 barca su 4 non trova ormeggio e ciò determina un ostacolo significativo allo sviluppo duraturo del settore nautica.
Storicamente, i napoletani hanno un rapporto privilegiato col mare e con le barche, ma rispetto al passato, soprattutto col mercato dell’usato, la nautica da diporto oggi non è solo una chance per cittadini facoltosi, ma anche una scelta possibile per i meno ricchi, una occasione alla portata di tutti. Piccoli natanti, gommoni, gozzi sono molto richiesti e con la crisi pandemica, che ha stravolto le abitudini quotidiane ed imposto il distanziamento sociale, sta nascendo un nuovo modo di interpretare il mare, la voglia di evasione, la voglia di fuggire fisicamente e idealmente dalla terraferma.
Gli operatori del settore sono molto soddisfatti e stanno aumentando la produzione, visto che la domanda di imbarcazioni è di molto superiore all’offerta.
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