Palermo, 29 aprile 2024. “Non è un caso che è da terre poverissime come quelle della Sicilia e della Campania, che la mafia e la camorra hanno iniziato a riconoscerle come terreno di ricchezza e opportunità. Così come non è un caso che è a un parlamentare palermitano, Pio La Torre, che dobbiamo l’intuizione della 646 del 1982. Un uomo delle istituzioni che conosceva concretamente il fenomeno e lo aveva sempre contrastato. Le mafie, le camorre, inquinano i territori, li opprimono, li sfruttano, li deturpano, portando con sé un’ondata di violenza e morte”.
Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, intervenendo a Palermo all’assemblea nazionale contro mafie e corruzione, promossa dalla Cgil all’ITST “Vittoro Emanuele III” in occasione del 42esimo anniversario dell’uccisione di Pio La Torre.
“In Campania – ha ricordato Ricci – la CGIL sostiene la vita di due beni confiscati. A Scafati, con il fondo Nappo e ad Afragola, con la Masseria Antonio Esposito Ferraioli, il bene più vasto dell’area metropolitana di Napoli, al centro d’intimidazioni e atti di vandalismo e dove ci battiamo per la realizzazione del progetto di un’area e di un centro per le donne vittime di violenza, finalizzato a offrire loro sostegno genitoriale e favorirne il reinserimento lavorativo, due progetti sui quali ancora oggi troviamo resistenze nell’Amministrazione locale. E il tema della pervasività della criminalità nelle amministrazioni pubbliche è questione centrale, che il fuoco incrociato di autonomia differenziata e presidenzialismo contribuirà a sostenere e acuire. Per contrastare questi due pericolosi disegni di legge, il prossimo 25 maggio Napoli ospiterà una grande manifestazione nazionale convocata dalla Cgil insieme al coordinamento de “La Via Maestra” che racchiude oltre 200 associazioni e movimenti che si battono per difendere la Costituzione. E allora è da qui, dalle nostre terre, che deve essere più forte il nostro no al disegno del Governo Meloni. E allora con La Torre e nel suo ricordo dobbiamo tutti lavorare perché dal Sud si riscriva una nuova storia per il Mediterraneo e per tutta l’umanità. Una storia di pace, di condivisione, di bellezza, di libertà che è tale solo se collettiva”.