Distribuite più di 200 “trapule”, attrezzi più selettivi che non provocano danni ai cetacei. Coinvolti 8 pescherecci tra penisola sorrentina e costiera amalfitana nell’ambito del progetto europeo LifeDelfi di cui l’area marina protetta è partner. Promuovere e favorire l’utilizzo di nasse invece delle reti da pesca. Anche cosi l’Area Marina Protetta Punta Campanella vuole contribuire alla tutela dei delfini e della piccola pesca artigianale e locale. L’iniziativa, che rientra nel progetto europeo LifeDelfi, si è conclusa in questa prima fase oggi, in occasione della Giornata Mondiale dei Delfini. Le nasse si chiamano “trapule” e sono pieghevoli, comode da portare in barca perché meno ingombranti. La trapula viene definita come nassa da “pesce”, puo essere usata su varie tipologie di fondale (sabbioso, roccioso, posidonieto) per la cattura di varie specie come la seppia, il polpo, saraghi e altre ancora. Un attrezzo più selettivo e meno pericoloso delle reti passive, causa invece del bycatch, la pesca accidentale di specie quali cetacei o tartarughe. L’ Area Marina Protetta Punta Campanella ha distribuito finora 120 nasse a 4 pescherecci della zona. Presto ne arriveranno altre, per un totale superiore alle 200 per 8 pescherecci artigianali delle costiere sorrentina e amalfitana. L’ idea è di sostituire la pesca delle tradizionali reti passive con quella delle nasse, soprattutto tra la primavera e l’autunno, periodo in cui si registra un’alta interazioni tra delfini e pescatori. Nei mesi scorsi, sulle reti da pesca, sono stati installati dissuasori sonori di ultima generazione, i cosiddetti Pinger. Sono interattivi, producono gli ultrasuoni solo quando rilevano la presenza dei delfini. Con un vantaggio rispetto ai dissuasori precedenti: la riduzione della possibilità che i delfini possano abituarsi ai segnali, e quindi esserne attratti più che respinti. L’obiettivo delle varie azioni messe in campo è quello di ridurre le sempre maggiori e preoccupanti interazioni tra delfini e pescatori. Una convivenza non sempre pacifica, anzi. Con danni per entrambi. I delfini, molto spesso, attirati dai pesci, cercano di nutrirsi dalle reti da pesca e a volte restano feriti o addirittura uccisi. Sono centinaia ogni anno quelli ritrovati spiaggiati lungo le coste italiane.I pescatori, dal canto loro, lamentano danni sempre più consistenti, tra riduzione del pescato e reti messe fuori uso. Il progetto LifeDelfi, cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall’Irbim Cnr, vuole evitare questo scontro in mare, diffuso, purtroppo, in diverse zone d’Italia. Tra i partner 4 aree marine protette -tra cui Punta Campanella- Legambiente, associazioni locali e internazionali e le università di Siena e Padova. Tra le azioni portate avanti finora, oltre alla distribuzione di dissuasori e nasse, la formazione di rescue team, squadre di salvataggio pronte ad intervenire in caso di delfini spiaggiati o avvistati in chiara difficoltà. Numerose anche le azioni di informazione e sensibilizzazione nei contronti dei pescatori e dei cittadini in generale. Il progetto, nell’ultimo anno, ha interessato 9 macro aree tra Italia e Croazia, con 39 pescatori coinvolti e 212 uscite di monitoraggio in mare. L’Amp Punta Campanella ha realizzato anche una settimana di formazione per appassionati e volontari, spiegando le tecniche di avvistamento e la fotoidentificazione delle specie di delfini e dei singoli individui, con la preziosa collaborazione dell’associazione Oceano Mare Delphis. Realizzata anche un’ App- Marine Ranger- dove segnalare avvistamenti di cetacei, molto utili per la ricerca e la tutela di specie così carismatiche e importanti per i nostri mari. ” In occasione della Giornata Mondiale dei Delfini abbiamo concluso questa prima distribuzione di nasse “Trapula”- commenta il Presidente dell’Amp Punta Campanella, Lucio Cacace- Presto ne saranno distribuite un altro centinaio. Speriamo di riuscire a contribuire, in questo modo, alla tutela di una specie così importante e carismatica, ma anche a difendere e portare vantaggi concreti per i piccoli pescatori artigianali, che sono in difficoltà e che rappresentano un elemento fondamentale per le nostre zone.”
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