Scontro Pd-De Luca, si accende dialettica sul territorio

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Gaetano Coppola, componente della segreteria provinciale del PD a Napoli, non le manda a dire. In una intervista per La Notizia in Comune esprime le sue ragioni in merito alla recente,  accesa dialettica aperta tra PD romano e PD campano.

“Oggi, dopo il positivo passaggio in consiglio regionale della norma nazionale sul limite dei mandati, una nota a firma del responsabile organizzazione Pd chiarisce la linea politica della segreteria nazionale del partito: “Al di là del voto di oggi, Vincenzo De Luca non sarà il candidato Presidente sostenuto dal Pd alle prossime elezioni regionali”.

È evidente che il problema non è il recepimento di una norma, ma una chiaro “niet” al percorso politico Pd-DeLuca per le prossime elezioni regionali. Eppure la prudenza, la concertazione ed un po’ di silenzio, dovrebbero essere i capisaldi di chi è a guida di un partito come il nostro. Pare non sia così. Sembra piuttosto una caciara in salsa romana.

Ed allora ribadiamo alcuni concetti che dovrebbero essere i punti fondamentali per la ripartenza di una discussione politica, soprattutto per un partito che sa di non essere autosufficiente e che vive al suo interno mille contraddizioni.
Napoli. Lo scontro nel Pd, sul Pd e sul terzo mandato di Enzo De Luca continua ad alimentare il dibattito politico. Tra le posizioni più “politiche” di queste ore, spunta quella di Gaetano Coppola, dirigente provinciale a Napoli dei democrat” ed ex assessore a Giugliano anni fa nella giunta di centrosinistra, Dimessosi, poi, per incompatibilità col resto della coalizione sulla linea politica portava avanti dai consiglieri.

Procediamo con ordine.

Ingegnere Coppola, in aula è stato approvato il terzo mandato attraverso l’iter che ormai tutti conoscono. Un ottimo risultato per De Luca, una sconfitta per i vertici nazionali. Che ne pensa?

“Non la metterei così.Bisogna recuperare un minimo di ragionamento politico altrimenti commettiamo gli stessi errori che stanno commettendo i vertici nazionali del Pd. Il terzo mandato sembra quasi un pretesto, più nel Pd che nella real politik, per una resa dei conti. Una mascherata, ma non troppo, rottamazione (parola vuota che ha già segnato, tristemente, la storia di singoli e di una comunità), che però, allo stesso tempo, manterrebbe in piedi un apparato di nominati ed amici degli amici, vecchi dinosauri e giovani vecchi. “Tutti insieme alla ricerca di posti di potere”. Dopo la brutta batosta subita in Liguria e le analisi post voto dei vertici dei 5 stelle, si continua con il tafazzismo. Un suggerimento a tutti: “calma”.
In Regione Campania la forza del Pd è il Pd con Enzo De Luca. Ma al Pd sembra non interessi vincere, quanto liberarsi di qualcuno. E forse pure della Campania. Per azzerare tutto affinché non resti più niente se non un manipolo di nominati senza consenso e senza idee. Senza nemmeno rispetto per ciò che pensano i militanti, gli eletti e coloro che si impegnano sui territori facendo sacrifici e mettendoci la faccia”.

Intanto la Schklein dopo il voto in aula in Campania continua a sostenere che De Luca non sarà il candidato del Pd.

“Peccato, perché Schlein mette fuori gioco De Luca senza prendere atto che intorno a De Luca c’è la stragrande maggioranza degli amministratori, degli iscritti del Pd e soprattutto degli elettori. La segreteria nazionale sta decidendo di mettere fuori non una persona, non un dirigente politico ed un amministratore, ma una intera storia del Pd”.

Eppure i fatti sono a favore di De Luca e pure i sodnaggi qualora De Luca dovesse essere ricandidato. Sembra un paradosso.

“Verificato il passato, possiamo dire che con De Luca il Pd ha riscattato in Campania anche ciò che non è andato in passato. Lo ribadiamo ancora una volta, la situazione politica del Pd è molto grave ma purtuttavia non è seria.
A volte anche segnare i passaggi politici con alcuni atti può lasciare un segno nella storia e nel giudizio generale.
Per quanto ci riguarda, noi sappiamo da che parte stare. Dalla parte della buona politica, dei valori, del confronto, dalla parte della buona amministrazione e soprattutto dalla parte della Campania. Ed è lì che aspetteremo il partito nazionale. E vorrei aggiungere una riflessione”.

Dica.

“È la prima volta che si giudica un governatore senza verificare come ha amministratore, quante cose buone ha fatto, come le ha fatte, con chi le ha fatte; non si valutano i risultati di questi dieci anni in tutti i settori; è la prima volta che un partito voglia silurare un governatore che ha lavorato bene, che è certo della riconferma grazie alla fiducia che gli elettori gli hanno sempre dimostrato per ciò che ha realizzato e non si tiene conto di una programmazione che nel prossimo mandato dovrà portare a termine. De Luca ha dimostrato di essere il migliore rappresentante del Sud in chiave politica e si è guadagnato lo spazio col lavoro e la rappresentanza della sua terra. Di chi qui ci vive. Pochi nominati a Roma cosa dicono? “Sei troppo bravo, rischi di toglierci spazio. Fatti da parte anche a costo di consegnare la Campania alla destra”. Un ragionamento così fa capire in che mani siamo. Purtroppo”.

Parole dure, destinate a lasciare il segno. Sta di fatto che come Coppola la pensano, anche senza esporsi, quasi tutti i consiglieri del Pd in Campania. Tutti i consiglieri hanno disatteso le indicazioni nazionali, rivendicando l’autonomia locale e la storia degli ultimi dieci anni, schierandosi al fianco di De Luca in aula. Solo Fiola, isolata, in piena contraddizione, si è chiamata fuori dopo aver sostenuto le scelte del governatore in questi dieci anni.