La V sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione ha annullato definitivamente il verdetto di condanna per diffamazione emesso dei giudici della IV sez. della Corte d’Appello di Napoli alla quale la Procura di Torre Annunziata aveva fatto ricorso dopo l’assoluzione piena che il giornalista Salvatore Sparavigna aveva ottenuto in primo grado per l’inesistente accusa di diffamazione durante una telefonata fatta in diretta su facebook al sig. Antonello Sannino.
“Finalmente è stata fatta definitivamente giustizia su una vicenda alla quale si voleva per forza dare una lettura diversa da quella rispondente alla verità dei fatti” – queste le parole del giornalista Salvatore Sparavigna che ci tiene a ricordare principalmente la perniciosa ricostruzione di un fatto, da parte della Corte d’Appello, volta a sostenere l’accusa di diffamazione ma soprattutto, come con anticipo rispetto al deposito delle motivazioni della Sentenza della Corte d’Appello, la presunta parte offesa mise in moto una “macchina del fango” ai danni dello stesso giornalista.
Il Presidente dell’Arcigay e presunta persona offesa nel menzionato procedimento penale non esitò a dare in pasto all’Ansa e a tutti i media locali e non, un comunicato intriso di inesistenti ed infamanti motivazioni di condanna per diffamazione con inventate accuse di omofobia.
False ed infamanti informazioni scritte con tanta “violenza”, date in pasto ad arte e soprattutto “ad orologeria” ai media locali e nazionali, che oltre che infangare gratuitamente l’onorabilità del giornalista Sparavigna, compromisero la sua “discesa in campo” quale candidato durante la campagna elettorale per le Amministrative dello scorso anno a Torre Annunziata.
Sparavigna infatti fu scelto da Josi Gerardo Della Ragione quale referente del Movimento Free Torre Annunziata e si accingeva a presentarsi come capolista per le elezioni cittadine che venivano dopo due anni di Commissariamento per scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio Comunale.
“Viviamo in un brutto periodo storico dove la violenza, la falsità e soprattutto la ricerca a tutti i costi di un protagonismo populista trova enorme spazio nei social” ha dichiarato il giornalista Salvatore Sparavigna, che grazie ad una vasta platea di fruitori – per la maggior parte ormai “non pensanti” – questa “violenza mediatica” prende spesso il sopravvento su ogni possibilità di ragionamento, di approfondimento, di sano confronto e talvolta persino di possibilità di difesa anche da parte di chi predica forme di non violenza.
“Si conclude così questa brutta esperienza” – conclude Sparavigna – ed ancora una volta devo solo ringraziare il mio instancabile e bravissimo avvocato e chi da sempre mi è vicino ed ha creduto e crede nella mia innocenza, consapevole – come me – di essere solo vittima di un sistema che attraverso decine e decine di querele contro il sottoscritto – di cui il 99% vinte – negli ultimi anni ha provato a zittirmi e ad intimorire il mio giornalismo di denuncia che ha scoperchiato prima del tempo a Torre Annunziata un sistema di corruzione non solo della politica.