E’ stata la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, insieme al sindaco Ciro Buonajuto ad inaugurare il Centro Antiviolenza “Annabella Cozzolino” ad Ercolano. Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il prefetto di Napoli, Marco Valentini, il Questore, Alessandro Giuliano, i rappresentanti politici, delle forze armate e delle associazioni. Il Centro Antiviolenza è un servizio di aiuto a tutte le donne vittime di violenza o che hanno subito qualsiasi forma di discriminazione; supporto ad un nuovo tipo di vita, libero e sereno. Il Centro è un servizio pubblico offerto dall’Ambito Sociale N°27 – Comune di Ercolano e si trova nei locali di via Marconi, 39. “L’inaugurazione del Centro Antiviolenza – spiega la Ministra Elena Bonetti – è un passo importante e ulteriore che la comunità di Ercolano compie nel contrasto alla violenza contro le donne, un fenomeno che richiede un impegno collettivo sempre più consapevole e deciso. Rafforzare le reti territoriali è azione cruciale per mettere in campo politiche non solo di contrasto ma anche di sostegno e accompagnamento alle donne vittime di violenza. La pandemia lo ha reso ancora più evidente: c’è un cambiamento culturale da scegliere non più rimandabile, e tenere costantemente alta l’attenzione sul tema è fondamentale per attivare questo cambio di passo ed essere al fianco delle donne che subiscono violenza. Sono grata al sindaco Ciro Buonajuto per la sua sensibilità e per aver dato al territorio di Ercolano un servizio fondamentale per le donne vittime di violenza”.
La Ministra Bonetti, nel corso della sua permanenza in città, ha avuto la possibilità anche di visitare la prima Ludoteca Comunale riservata a bambini dai 18 ai 36 mesi, allocata presso la Scuola Materna di via Marconi, e che ospita fino a 25 bambini. “Siamo soddisfatti per avere realizzato sul territorio di Ercolano una struttura al servizio della comunità. L’inaugurazione del Centro Antiviolenza e la riapertura della ludoteca dopo la pandemia per noi assumono un valore simbolico importante. In un territorio dove c’è disagio troppo spesso la violenza sulle donne si nasconde in comportamenti che possono apparire all’apparenza ‘normali’ e giustificabili. Troppo spesso discriminazioni e squilibri nel lavoro formale e informale, nelle retribuzioni, nella partecipazione alla vita pubblica e sociale si trasformano in violenza, non solo fisica, ma anche psicologica e culturale. Faccio un esempio: pensate ai tanti uomini, che soprattutto nelle realtà del mezzogiorno, impediscono alla propria moglie di costruirsi una propria indipendenza, perché l’unica occupazione è quella di stare a casa a crescere i figli. Stereotipi che hanno un peso ancora troppo forte. Per questo ho voluto fortemente che oggi ad Ercolano fosse qui con noi la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, che ringrazio per la disponibilità, perché l’inaugurazione del Centro Antiviolenza possa accendere nuovamente i riflettori su una tematica sociale importante e che, purtroppo, la pandemia che stiamo affrontando ha acuito, come ci ha ricordato recentemente il Presidente Mattarella invitandoci a rafforzare nella società la cultura della parità non ancora pienamente conseguita” – spiega il sindaco Ciro Buonajuto.
IL CENTRO. Il Centro Antiviolenza “Annabella Cozzolino” è intitolato a una donna libera e forte, antesignana della battaglia per i diritti delle donne e promotrice di iniziative indimenticabili, come la creazione del primo “Sportello Rosa” ad Ercolano a metà degli anni ‘90. Per accompagnare le donne vittime di abusi e violenze, per sfondare i confini della paura è necessario, diceva, “uno spazio d’ascolto, di sostegno, di promozione di percorsi di autonomizzazione, anche sul versante del collocamento nel mondo del lavoro. Strumenti fondamentali per evitare che abusi e violenze possano sfociare in tragedie e femminicidi”. Una coscienza anticipatrice, un’antesignana della battaglia per i diritti delle donne, mossa da una naturale vocazione pedagogica e una rara sensibilità per le sofferenze dei soggetti più deboli, fragili e vulnerabili della comunità ercolanese, da lei individuati nei bambini, nelle bambine e nelle donne.
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