Anche il Comune di San Sebastiano al Vesuvio aderisce alla rete dei Comuni a sostegno di Mario Paciolla, giovane cooperante delle Nazioni unite scomparso esattamente nove mesi fa e che lo scorso 28 marzo avrebbe compiuto 34 anni. Da oggi, infatti, sulla facciata del Municipio viene esposto lo striscione con la scritta “Giustizia per Mario“: l’Amministrazione Comunale ha autorizzato l’esposizione dello striscione accogliendo la richiesta di Anna Motta e Giuseppe Paciolla, i genitori del giovane.
Il Sindaco della cittadina vesuviana, Salvatore Sannino, spiega: E’ doveroso non far calare l’attenzione sulla vicenda di Mario e di tutti i volontari che perdono la vita all’estero mentre sono impegnati in missioni umanitarie. Noi contribuiamo a questa causa con questa simbolica ma, importante iniziativa di sensibilizzazione dei cittadini sul caso di Mario e per manifestare vicinanza alla sua famiglia”.
All’ostensione dello striscione, avvenuta stamani, hanno preso parte i rappresentanti delle istituzioni locali ed i familiari dell’operatore Onu che, dal 2018, era impegnato in un’attività molto delicata in una regione martoriata dalla guerra civile da oltre 50 anni. Paciolla cooperava, infatti, con la Missione delle Nazioni Unite per la verifica dei risultati dei progetti Onu nel Paese sudamericano. Nonostante la giovane età (classe 1987), era già un veterano dei progetti all’estero poiché il suo lavoro lo aveva già portato in Giordania, India ed Argentina. Era ritornato in Colombia lo scorso dicembre per ultimare il suo lavoro, nonostante le restrizioni dettate dalla diffusione del contagio da Covid 19 in Sudamerica (e da cui lui stesso era stato contagiato).
“Con questo striscione – afferma l’assessore comunale alla Cultura, Assia Filosa – ci uniamo all’appello lanciato dalla Rete Accademica Europea per la Pace in Colombia (Europaz) al grido di: ‘Dobbiamo diventare milioni per avere la verità sulla morte di Mario Paciolla’, senza dimenticare tutti gli altri operatori impegnati in missioni di pace all’estero che hanno perso la vita negli ultimi anni come Giulio Regeni, assassinato nel 2016 o Patrick Zaky, ingiustamente detenuto da febbraio 2020”.
Originario del Rione Alto, quartiere collinare di Napoli, Mario Paciolla era laureato in scienze politiche ed iscritto all’Ordine regionale dei giornalisti della Campania. Aveva iniziato a scrivere per il giornale di quartiere Chiaia News, denunciando le ingiustizie del territorio. Grazie ai suoi studi, ai tanti viaggi e al suo impegno in progetti sociali sia in Italia che all’estero, aveva sviluppato capacità analitiche profonde che gli avevano, poi, permesso di collaborare con le più importanti testate italiane di geopolitica, come Eastwest e Limes. Proprio da queste pagine raccontava la Colombia all’indomani degli Accordi di Pace e l’aumento degli omicidi di civili nel paese.
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