Pensare al futuro con le radici nel presente e nel passato, perché Pollica deve essere terra di certezze. Chi vuole andar via lo può fare sapendo che al suo ritorno può trovare le opportunità di cui i giovani hanno bisogno, un territorio in un contesto ambientale straordinario, delle partnership che legano questo piccolo comune di 2400 abitanti alle start up più innovative dei cinque continenti. E se da un lato si offrono pomodori e vino genuino agli ospiti, sinonimo di una tradizionale ospitalità raccontata anche da Ungaretti, dall’altro si è in collegamento con il Future Food Institute di San Diego per capire come innovare attraverso l’agritech e dare un futuro alle giovani generazioni. Tutto questo è Pollica, che quasi come uno spider raccoglie e utilizza al meglio i fondi europei e regionali per la propria comunità. Stefano Pisani è il sindaco di questo piccolo comune che avrebbe da insegnare a tante grandi realtà per come la sua amministrazione approccia problemi apparentemente insormontabili. “Volere e potere” insegnava Angelo Vassallo, il sindaco ucciso nel 2010 per essersi opposto alla malavita. Ed è così che a Pollica già si guarda al 2050 per capire la comunità che vorremmo.
Sindaco, ci racconta Pollica?
“E’ un piccolo comune di 2400 abitanti”
Ma con le idee ben chiare
“Assolutamente sì. Tendiamo ad invecchiare e vogliamo sopravvivere allo spopolamento utilizzando le risorse che abbiamo in un contesto ambientale straordinario per essere inseriti nel parco del Cilento, per la qualità delle acque di balneazione, per l’attenzione alla dieta mediterranea. Facciamo comunità attraverso tante iniziative di pregio che mettono insieme l’amministrazione pubblica, le nostre imprese, per immaginarci insieme il futuro di Pollica”
Progetti immediati?
“Stiamo investendo in infrastrutturazione non visibile, una depurazione efficiente delle acque di balneazione, risparmio idrico al servizio dell’agricoltura. Valorizzazione agricola attraverso l’intesa con Mastroberardino. Saremo il primo comune a produrre una bottiglia di vino frutto dello studio sulla dieta mediterranea. L’obiettivo è la formazione dei giovani che non avviene solo in aula ma attraverso elementi utili per confrontarsi con la modernità”.
Un piccolo comune proiettato nel mondo.
“Il Comune di Pollica partecipa al movimento internazionale Cittaslow, le “Città del Buon Vivere”, fondato nel 1999 e ispirato ai principi Slow Food”. Abbiamo un progetto di ricerca con il Future Food institute di San Diego che si occupa di studiare strategie nel campo dell’argoalimentare. Il nostro obiettivo è quello di vivere bene sul territorio. Se pensiamo che bisogna tornare nei luoghi spopolati bisogna garantire dei servizi ai cittadini sia dal punto di vista dell’innovazione tecnologica che dei servizi ai cittadini il che significa curare i rapporti sociali. Pollica è conosciuta in tutto il mondo perché si raggiungono anche i 100 anni di vita e questo accade perché garantiamo l’interazione sociale, abbiamo evitato che gli anziani andassero in case di cura ma potessero rimanere nelle proprie abitazioni e mi faccia citare un esempio”
Prego
“Giuseppe ha 96 anni. Era stato portato dai figli in un altro comune per poter badare meglio a lui. E’ entrato in depressione. Ne è uscito solo potendo tornare a casa sua, a Pollica dove giocava a carte con i suoi amici ed aveva le sue abitudini. La Pubblica amministrazione deve essere vicina alla comunità a 360 gradi, prendersi cura dei bambini come degli adulti, recepire l’innovazione che la globalizzazione ci richiede. Crecare un upgrade per quelle imprese cui dare gli elementi per sfidare i mercati mondiali. I ragazzi devono essere liberi di andare a studiare fuori sapendo che se vogliono tornare a Pollica trovano terreno fertile per coltivare le proprie idee e le proprie imprese”
Quali le sfide da affrontare?
“Con il nuovo piano urbanistico vogliamo recuperare il 50% della superficie agricola andata perduta. Vogliamo acquisire i terreni non coltivati e farne diventare strumento d’impresa. La pandemia non ci ha insegnato nulla perché già avevamo intrapreso quella direzione ma ha accelerato il nostro modello. Siamo convinti che l’autonomia e l’attenzione alle esigenze del territorio ci rende più vicini ai cittadini. La finanza derivata non ci interessa. Noi siamo padroni di noi stessi e salutiamo con soddisfazione una battaglia vinta, quella della devoluzione della competenza dei porti turistici a favore dei comuni. Gestiamo il porto di Acciaroli e una pompa di carburante. Quello che introitiamo lo investiamo sulla collina e sulla pesca altro elemento di grandissima importanza per l’enogastronomia sulla quale puntiamo”.
Qual è l’identikit del cittadino di Pollica?
“Normalmente è abituato a pensare alle dinamiche di breve periodo con le contingenze della stagione estiva. Noi abbiamo allargato la nostra visione. Non ci accontentiamo mai nel ricercare il meglio, il bello e il buono. Del resto anche Ungaretti, raccontando la sua presenza a Pioppi in viaggio nel mezzogiorno si soffermò sulla generosità e l’accoglienza. Da noi, in occasione della cosiddetta villeggiatura, ancora si usa visitare gli ospiti con pomodori, basilico, prodotti del territorio durante la loro permanenza.
Come utilizzate i finanziamenti Europei o Regionali?
“Siamo molto capaci nell’attrarre risorse. Da bando regionale utilizzeremo 8 milioni per mettere in sicurezza il porto di Acciaroli che vanta duemila transiti l’anno. Ci sono poi fondi per l’erosione costiera e la messa in sicurezza del territorio più interno. Due milioni di euro saranno utilizzati per risanare un’area di Pioppi destinare una struttura conventuale ad incubatore di imprese; 500mila euro per progetti di sanità territoriale con iniziative di telemedicina; 3,5 milioni per il completamento di condotte idriche. Negli ultimi anni abbiamo investito quasi 30 milioni di euro. Ed ora 3 milioni saranno destinati alla costruzione ex novo di un edificio scolastico ed alla riqualificazione energetica di un secondo plesso.
Il sogno?
“Esiste già ed è il progetto Pollica 2050 che presenteremo il 16 giugno: costruiamo giorno per giorno la Pollica del futuro. Chi vuole può andar via ma deve sentirsi libero di tornare in un territorio fertile ove coltivare le proprie ambizioni. Io credo che volere e potere, del resto se abbiamo trasformato una banale località turistica dove nello stesso letto la mattina dorminavo i ragazzi e la sera gli adulti a meta di turismo mondiale possiamo puntare a qualsiasi traguardo”.
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