Aprirà il prossimo 25 settembre al Casino del Principe di Avellino la personale “La Terra è stanca” di Giovanni Spiniello. L’iniziativa rientra nell’ambito del Summer Fest promosso dall’Amministrazione comunale e si concluderà nel periodo delle festività natalizie. La presentazione alla stampa si terrà il giorno precedente l’inaugurazione ed interverranno, insieme all’artista, anche il Sindaco di Avellino Gianluca Festa e l’Assessore al Turismo Laura Nargi. L’esposizione, che ha il Patrocinio del Comune, si svilupperà con la sezione grafica e pittorica nella sala centrale al piano terra e proseguirà con l’installazione Cuore diserbato nell’Ipogeo. Un percorso che si apre con le sue opere grafiche, la fossilizzazione oggettuale degli anni ’60 per arrivare, passando per la sua ricerca sulle favole identitarie irpine, alle più recenti terraoggettografie. Giovanni Spiniello è un artista irpino con importanti partecipazioni quali la Biennale di Venezia nel 1968, la Quadriennale di Roma nel 1975, la seduzione dell’Artigianato a Roma nel 1990 ed è stato, inoltre, segnalato da Crispolti su Catalogo Bolaffi negli anni ’70 per la fossilizzazione oggettuale, tecnica di sua invenzione. Ad Avellino, quindi, arriva “La Terra è stanca”, personale che è stata già presentata alla Galleria Scoglio di Quarto a Milano, in occasione di Matera 2019 nella Biblioteca Provinciale T. Stigliani e all’Abbazia del Goleto con l’installazione I Guardiani della Terra fino al 2021. “ La mia arte – afferma il maestro – è rivolta agli ultimi, a partire dagli anni ’60, dal lavoro di strada nei quartieri di Napoli, sulle aie dei contadini, fino ad oggi con l’installazione di arte ambientale e sociale L’Albero Vagabondo che indica le discariche in montagna grazie alle favole e ai disegni dei bambini e che sarà una performance all’interno dell’esposizione nei prossimi mesi. L’arte è sperimentazione, è il gesto del contadino, nella mia Semina del colore; è la memoria, testimonianza, denuncia, con le mie reminiscenze fossili. Un percorso che negli anni ’90 si è trasformato nella ricerca del colore, dello spazio, della forma, nelle temperaoggettografie, passando prima attraverso il segno e la figurazione delle favole e dei proverbi per cogliere l’assoluto con la Terra è stanca. Chiude il percorso l’installazione “Cuore diserbato” nell’Ipogeo, che invita all’amore, all’accoglienza per i bambini che attraversano il mare, alla ricerca della possibilità di vivere e di sognare in un momento in cui il nostro cuore è diserbato, insensibile al dolore che infliggiamo alla terra e ai nostri simili, un cuore arido o, meglio, inaridito dall’indifferenza. La terra è stanca per l’arroganza e la prepotenza. È circondata dall’indifferenza. Eppure, vista da lontano, dalla luna, la terra è stanca, sì, ma anche bella, seppur gravata del peso dell’uomo ”.
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