Le elezioni amministrative a San Giorgio a Cremano stanno diventando un bell’enigma.
La scadenza naturale, dopo l’intervento del Viminale che ha prolungato il termine di qualche mese, è fissata per la primavera 2026, ma sono le prospettive del sindaco in carica, Giorgio Zinno, a rappresentare una variabile decisiva sulla effettiva data del voto.
Zinno corre alle regionali
L’attuale fascia tricolore, non è un mistero, ha l’ambizione di scalare il Consiglio regionale e intende candidarsi nel PD, in quota all’area rappresentata da Mario Casillo. Secondo le leggi vigenti, il sindaco per candidarsi alla regione deve lasciare la carica 90 giorni prima del voto. La scadenza naturale del consiglio regionale sarebbe, ma il condizionale è d’obbligo, ottobre 2025. Come è noto, infatti, sulle regionali incombe il pronunciamento della corte costituzionale che è stata chiamata in causa dal governo Meloni, che contesta la norma che consentirebbe all’attuale governatore De Luca di candidarsi per il terzo mandato.
Regionali, quando si vota ?
Dunque, per ora, non si sa quando si voterà in Regione e lo stesso Zinno non sa se e quando dimettersi per partecipare alle regionali. Se, ad esempio, si dimettesse nella prossima estate, considerando che il voto per la regione si terrebbe comunque in autunno, il Comune di San Giorgio a Cremano verrebbe sciolto e gestito da un commissario straordinario fino a primavera 2026: un periodo molto lungo che rappresenterebbe un colpo per i politici del territorio che stanno già serrando le fila per la propria corsa al Comune.
Dimissioni Zinno entro febbraio ?
L’ipotesi, che ora circola nei corridoi della politica sangiorgese, è che il primo cittadino possa lasciare subito, massimo entro fine febbraio, così da mandare il Comune al voto già in primavera 2025 (non oltre giugno).
Quali candidati Sindaco ?
Dietro le quinte, quindi, la corsa all’eredità politica di Zinno è già iniziata. Uno dei suoi uomini più vicini, Michele Carbone, viene da molti visto come uno dei candidati più accreditati. Carbone e Zinno vantano una comune militanza politica che perdura da 25 anni. E da anni lavorano fianco a fianco in giunta e nell’amministrazione locale. Dunque l’opzione Carbone è tra le più naturali e scontate. Il problema è che anche a San Giorgio a Cremano il PD ed il centrosinistra non sembrano venir meno alla legge non scritta di complicarsi la vita anche quando non c’è nessuna necessità. Carbone infatti avrebbe molti consensi sul territorio e nella coalizione, mentre qualche mal di pancia verrebbe proprio dal suo partito, il PD.
Qui infatti vi è almeno un altro esponente, Giuseppe Giordano, che ha velleità di guidare la città dopo Zinno e ovviamente sta lavorando per costruire la sua rete di consensi e alleanze.
Centrodestra completamente fermo
Dall’altra sponda, invece, si registra l’immobilismo totale del centrodestra che a San Giorgio a Cremano sconta un deficit storico di consenso. Qui il candidato sindaco manca completamente. Non si vede neanche all’orizzonte un qualche outsider pronto a lanciare la sfida. Sullo sfondo delle comunali sangiorgesi, secondo alcuni bene informati, si starebbe muovendo perfino Bruno Cesario. Molti anni fa è stato Presidente del Consiglio comunale e poi è diventato parlamentare. Da diversi anni è uno dei più fidati collaboratori del governatore De Luca, ma proprio il fatto che l’ex sindaco di Salerno è in bilico, starebbe spingendo Cesario a sondare il terreno politico locale per provare a candidarsi come Sindaco. Su questa ipotesi però non mancano i malumori.