2500 manifesti del professor Leoni saranno pubblicati sul sito del polo digitale di Napoli

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Dal siringaio (chi fa le iniezioni a domicilio) al calzolaio, dall’impiegata dell’ufficio di collocamento alla grassona: sono alcuni dei soprannomi in dialetto napoletano che, ancora oggi, i parenti di una persona defunta affiancano al nome sui manifesti funebri affissi, di solito, nella zona in cui era vissuta e aveva lavorato.
Un modo, in una città in cui spesso ci si chiama solo col soprannome, per far arrivare la notizia a tutti quelli che conoscevano il morto, o la morta. Federico Albano Leoni, filologo e docente di glottologia per 30 anni alla Federico II di Napoli, ora in pensione, ha raccolto negli anni migliaia di questi manifesti: una collezione unica che è anche una mostra virtuale accessibile a tutti sul sito www.polodigitalenapoli.it.
“Mi appassionai anni fa a leggere i manifesti funebri – racconta oggi Albano Leoni, in un convegno dedicato alla sua collezione – e ho cominciato a fotografarli, indagando sul significato profondo di definizioni e soprannomi che, in realtà, non erano rivolti a tutti, ma alla gente del vicolo, del rione”.