A un mese dalla scomparsa dell’architetto Gionata Rizzi, avvenuta a Milano lo scorso 16 agosto, il Parco Archeologico di Ercolano e l’Herculaneum Conservation Project (HCP) si uniscono nel ricordo di questo straordinario professionista, esperto noto a livello internazionale nel campo del restauro archeologico, che ha contribuito in maniera incisiva proprio all’avvio, nel 2001, dell’iniziativa pubblico-privata che unisce l’Ente Parco alle Fondazioni Packard. Considerato da molti una voce eterodossa e a tratti dissenziente nel campo del restauro, per Rizzi le rovine archeologiche rappresentavano una poesia intorno alla quale costruire, restituendo di significati il vuoto lasciato dal lungo abbandono. Ad Ercolano ha sperimentato e riacceso la discussione intorno al restauro come non era più successo dall’epoca di Amedeo Maiuri. Le coperture dell’Insula Orientalis I sono state insieme un omaggio al grande archeologo e un approccio inedito al suo lascito. Nei molti anni di lavoro ad Ercolano, Rizzi con la sua sensibilità e visione poetica ha continuamente posto interrogativi e invitato alla riflessione i colleghi archeologi e architetti, sui temi della conservazione, dell’interpretazione, del significato delle rovine nel mondo attuale. Allievo di Sir Bernard Feilden e dell’architetto Andrea Bruno, Rizzi ha intrapreso da subito la carriera internazionale, diventando consulente delle più note organizzazioni internazionali che operano nel campo dei Beni Culturali, come UNESCO, ICCROM, Getty Conservation Institute. Tra i suoi progetti italiani più noti, oltre ad Ercolano figurano le nuove coperture del sito archeologico di Piazza Armerina. I colleghi dell’HCP si stringono intorno alla famiglia nel ricordo personale e professionale di Rizzi, amico oltre che collega, consigliere, punto di riferimento ed orientamento, instancabile contributore e acceso contestatore della mediocrità e del semplicismo. Jane Thompson, Manager dell’HCP, si apre in un sorriso rievocando le discussioni infinite e stimolanti che Rizzi riusciva a suscitare intorno al delicato equilibrio tra tradizione e innovazione, gestione e creatività. Paola Pesaresi, architetto HCP e allieva di Rizzi, ricordala capacità dell’architetto milanese di guardare sempre ‘oltre’, immaginando la cura delle rovine come la sfida urgente e collettiva a preservare per le generazioni future non la loro materia ma il loro significato. Il Direttore del Parco Archeologico Francesco Sirano e il personale del Parco, avendo condiviso con l’architetto Rizzi un importante tratto del suo cammino professionale, ne ricordano l’eccezionale spirito di iniziativa e la propensione all’innovazione, unica via possibile per dare nuovo slancio al mondo del restauro archeologico. Un lascito di pensiero e di idee che il Parco porterà avanti nelle sue molte sfide a venire.
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