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L’autunno caldo degli Scavi di Ercolano

Sono terminati Gli Ozi di Ercole del Parco Archeologico di Ercolano ospitati nell’ultima serata nella preziosa Villa Campolieto, e anche per la III edizione si è registrato il tutto esaurito. Molto gradito anche il format di quest’anno che prevedeva un doppio appuntamento che alternava dialogo a momenti di spettacolo con nomi della scena nazionale e internazionale. Il Desiderio, tema centrale del festival, declinato nelle sue forme, nella serata di chiusura è stato al centro dell’intervento del Direttore del Parco Francesco Sirano e della professoressa Maria Luisa Catoni in Archeologia del desiderio.  A chiusura della serata e dell’intero festival il concerto Transleitdelle Ebbanesis, il duo in particolari arrangiamenti in napoletano di testi di canzoni famose tradotte e contestualizzate nel panorama partenopeo. Il Direttore del Parco Sirano esprime grande soddisfazione per il successo da tutto esaurito della III edizione, che ha spinto a dover aggiungere posti a sedere di sera in sera, e dichiara: “Il festival degli Ozi di Ercole si è tenuto nella settimana in cui si è raggiunto un traguardo importante per il territorio, l’ampliamento della buffer zone, la zona cuscinetto che mette in raccordo il sito Unesco con il territorio circostante. Il fatto stesso che ci troviamo a Villa Campolieto e che la comunità locale abbia partecipato in massa insieme a tanti appassionati provenienti da Napoli e altre città della Campania offre plasticamente il senso del coinvolgimento e della passione che condividiamo con questo meraviglioso territorio. Tutto questo è stato reso possibile non solo con un investimento del MiC ma anche grazie alla preziosa collaborazione con l’Ente Ville Vesuviane e il Comune di Ercolano”.

La serata conclusiva arriva al termine di una rassegna che si è svolta tra incontri caratterizzati da diversi approcci al tema che ripercorriamo a ritroso tra testo, note, suggestioni.  Nella serata inaugurale, tra le pareti delle antiche Terme Centrali del Parco Archeologico, in Il desiderio dell’attesa il protagonista assoluto è stato il Premio Oscar alla migliore sceneggiatura non originale nel 2018André Aciman in dialogo con Gennaro Carillo e Paolo Di Paolo ‘È l’aspettare, l’aspettarsi qualcosa da qualcuno, «ciò che rende la vita vivibile». Ma è anche ciò che la rende inquieta, sospesa com’è tra la «bramosia» di un oggetto irraggiungibile e lo «struggimento» per un passato irrimediabilmente perduto’. Il 22 settembre si è tenuto Tra Achille e Odisseo, Venere e Adone: vita, morte, desiderio di Mauro Bonazzi e Roberto Latini dove ‘In Achille il senso della fine imminente si accompagna a una passione per l’onore e il riconoscimento… …l’Odisseo omerico si strugge per il desiderio di tornare a Itaca’. In ‘Venere e Adone l’eterno dissidio, tra l’eros e la caccia, l’attrazione esercitata dalla bellezza e la fascinazione che promana dal mondo ferino, di cui il cacciatore sente di essere parte’. Nella stessa serata l’incontro tra Paolo Di Paolo e Valentina Carnelutti in Professori di desiderio: ‘La letteratura, come pure il cinema, insegna che tutto può diventare oggetto del desiderio… Le vie del desiderio sono dunque infinite’.

La cornice di una tra le più preziose ville vesuviane del Miglio d’oro, Villa Campolieto ha ospitato la terza giornata con L’irresistibile fiera dolceamara di Laura Pepe e Rossella De Martino sulla frequenza di metafore che rinviano al mondo ferino nelle rappresentazioni antiche dell’eros. ‘Amare implica una caccia in cui i ruoli di cacciatore e di preda sono intercambiabili e la componente del pericolo gioca un ruolo essenziale’. Dulcis in fundo la spettacolare lezione/concerto Accordi saporiti, di Giovanni Bietti. Il legame indissolubile tra musica e vino è una delle segrete costanti che attraversa tutta la storia della cultura occidentale… musica e vino si rafforzano e si arricchiscono a vicenda dando vita ad una esperienza sensoriale amplificata ed inimitabile’. Per il direttore artistico Gennaro Carillo ‘Se essere felici significasse non desiderare o non avere bisogni, soltanto «le pietre e i morti, in questo modo, sarebbero felici». Invece, è proprio il desiderio il principio – e il denominatore comune – del vivente: tutto ciò che vive, tutto ciò che non è né pietra né morto, per il fatto stesso di esistere, desidera, sforzandosi di colmare la distanza, il vuoto che lo separa dall’oggetto del proprio desiderio’. Ma l’autunno del Parco prosegue con grandi novità in preparazione sia negli allestimenti dell’Antiquarium sia nell’Area Archeologica, dando continui motivi per venire a vivere e rivivere un sito archeologico dalle inesauribili potenzialità capaci di toccare nel profondo ciascuno di noi.

 

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