È un titolo che potrebbe sussurrarsi come la voce di un segreto di vita o di morte, o come un’invocazione da dire tre volte per sentire in sé la città sgorgare come un vulcano: Napoletani di Partenope. Figlio del paese, Maurizio Leonardi ha affrontato una dialettica della città in primo luogo sulle tracce del pescatore rivoluzionario del 17° secolo Masaniello, poi intorno alle feste e tradizioni popolari proprie della Città, per biforcarsi infine nel percorso di una ricerca personale, la propria via crucis come una passione divorante. Le sue stampe analogiche tessono la tela di una commedia dell’arte nel corso della quale la città riveste i suoi numerosi volti lungo le strade, spiagge, porto, mare, processioni, cerimonie, case…
La fotografia analogica è solo più incarnata, investita e penetrante. Lei è qui il medium specchio di un uomo che si riflette negli scenarii che governano la vita degli abitanti, degli abitati, dei abituali. Leitmotiv di un bambino tellurico, il bianco e nero, fattore di sorpresa, sembra indissociabile dai contrasti ribelli e armoniosi che regnano a Napoli.
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