Al Club Nautico Vela di Napoli Caruso presenta racconto autobiografico

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“Al di là del buio – L’incredibile storia di una non vedente” è l’appassionante racconto autobiografico di una donna stravagante e coraggiosa affetta da una rara malattia genetica della retina, la Stargardt, ereditata dalla nonna paterna. Antonietta Caruso affida la redazione del testo alla giornalista e scrittrice Anita Curci. Il volume edito da Kairòs, sarà presentato mercoledì 11 maggio 2022 alle ore 18,45 a Napoli al Club Nautico della Vela in piazzetta Borgo Marinari 12. Saluti iniziali del presidente del Club Nautico, Luisa De Gregorio e dell’editore Giovanni Musella. A discuterne con l’autrice e con la redattrice del volume, Alexandra Rendhell, antropologa, studiosa di tematiche dell’esoterismo e del mistero, tra le canzoni di Lino Volpe e le musiche di Francesco Ponzo alla chitarra. Col sostegno dell’Associazione Cultura Viva, nell’ambito del progetto Scala Napoletana. Segue aperitivo. Evento trasmesso in diretta sul canale Facebook di Comunicati Cultura che ha organizzato l’evento. L’ambientazione del romanzo è essenzialmente partenopea tra l’infanzia e la giovinezza – trascorse a Villa Vittoria a Chiaiano, dove per Antonietta il mondo è ancora a colori –, e la maturità che la vede avanzare con andamento audace verso la cecità definitiva. Il libro, che muove i primi passi alla fine dell’Ottocento per narrare le singolari vicende dell’avo, il marchese Pasquale Garofalo, arriva fino ai giorni nostri e ci restituisce l’immagine di una persona vitale che ha affrontato la sua esistenza, non priva di insidie, brancolando nel buio eppure col sorriso sulle labbra, nutrendo costantemente il germe della speranza verso il presente e il futuro. Antonietta, incapace, per indole, di sottomettersi ai limiti della disabilità, si lancia nell’universo dello sport ricavandone trionfi inaspettati. Campionessa di Torball, di Calcetto e di Judo (Medaglia d’Oro nazionale 2012), approda come timoniere alla Vela in forma agonistica, salendo più volte sul podio del primo e del secondo posto in competizioni tra partecipanti “non svantaggiati”. Nel 2014 ottiene la Laurea di Campionessa regionale di Vela. Nel 2019 riceve dalla FIFA il Premio Fair Play per comportamenti ispirati ai valori di lealtà e correttezza sportiva nonostante le avessero sabotato vele e timone durante una regata nazionale. Tra episodi di chiaroveggenza, magia e situazioni anomale che hanno costellato di mistero le sue giornate, l’autrice si racconta in maniera lucida e a tratti umoristica.

L’autrice
Antonietta Caruso napoletana, classe 1959. A quindici anni apprende di avere ereditato, assieme alle sorelle, una rara e incurabile forma di distrofia maculare, la Stargardt. Vive un periodo di trasformazione e di adeguamento alla malattia, che dai diciotto anni la porta a vedere il mondo a macchie. A vent’anni cala sui suoi occhi il buio completo e definitivo. Conosce nel frattempo l’amore. Dal felice matrimonio con Roberto Maglio nascono Alessandra e Daniela.

L’elaboratrice del testo

Anita Curci giornalista napoletana. Editor e promotrice di eventi culturali. Autrice di “Non mi vendo – Storia di una partigiana del Petraio”, edizioni Apeiron; del romanzo storico “Nina o sia la pazza per amore”, edizioni Kairós e di quello onirico, esoterico, sentimentale “L’Inverno di Ramona Adler”, Phoenix Publishing.

Uno stralcio dell’opera:

Andavo avanti spensierata, aspettando l’attimo della resa dei conti. L’ora in cui avrei dovuto affrontare il mio destino. Lo avrei fatto a testa alta, consapevole, coraggiosa, senza rimpianti. E, col sorriso sulle labbra, avrei stupito perfino i miei genitori. Avrei illuminato la tragedia col bagliore della mia audacia, con forza d’animo e prode saggezza. Avrei sorvolato sulle ali del vento ogni difficoltà, brandendo fiera la spada dell’infausta ventura, senza dolore e senza pena. Avrei, avrei, avrei… ma, poi…Invece, si sa, la realtà è sempre molto diversa dalle previsioni. Nonostante la buona volontà e gli edificanti propositi; nonostante avessi nutrito il mio spirito, giorno dopo giorno, con stille di valorosa e impavida rugiada al miele, niente servì. M’accorsi lucidamente che restavo un’adolescente non diversa dagli altri. Un’adolescente con sensibilità e debolezze che, prima di tutto, voleva vivere. Ardentemente vivere. Esistere nel sole. Spensierata e felice. E il futuro a luci spente che si profilava di fronte a me, per quanto fossi preparata emotivamente, mi terrorizzò oltre ogni aspettativa. Così, quando arrivò il momento, come accaduto alle mie sorelle, anche a me il mondo crollò addosso. E nulla poté consolarmi. Almeno, non subito.

 

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