Recensione a cura di Libreria Libridine
Viscerale, violento, denso, struggente e bellissimo. Per raccontare “Il resto di niente” di Enzo Striano, non possono essere usate parole leggere. No. E come mai si potrebbe? Il “resto di niente” è un’espressione napoletana che scandisce la vita di Eleonora Pimentel Fonseca, ‘o riesto ‘e niente. Cosa rimane dopo il niente? Nient’altro che altro niente: il nulla, la rappresentazione amara e semplice di una sconfitta, di una perdizione. Vi accompagniamo in questa storia, che è la nostra storia, la storia di chiunque sia nato sotto il nostro stesso cielo, facendovi tuffare direttamente nelle pagine che raccontano di una Eleonora oramai spacciata:
«Alza gli occhi verso il mare, che s’è fatto celeste tenero. Come il cielo, come il Vesuvio grande e indifferente. Un piccolo sospiro di rimpianto. Non osa chiedere: vorrebbe, però, ritrovarli tutti nell’abbraccio di Dio sarebbe bello. Così, invece, che rimane? Niente, il resto di niente. Vacilla. Mastro Donato il boia la sorregge, poi la spinge con delicatezza. Le tiene una mano per farla salire sopra lo scaletto. Prima di dare il calcio la guarda con occhio serio, un po’ aggrondato». Da queste pagine, da quella piazza, salgono odori e parole, e si vedono vividi i colori che raccontano di una Napoli di fine ‘700, dell’incredibile utopia vissuta attraverso gli occhi di una donna, Eleonora Pimentel Fonseca, che , tratteggiata dalle pennellate magistrali di Striano, continua a lottare e a difendere le sue idee, presa a schiaffi in faccia senza mai tradire né le sue idee né il suo essere donna. Tradita sarà invece lei insieme ai suoi compagni.
La Libreria Libridine consiglia questo libro perché siamo “terroni”, legati stretti stretti alla nostra terra. E siamo pure viscerali assai. IL RESTO DI NIENTE di Enzo Striano lo trovate tra gli scaffali delle librerie come libreria Libridine
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