Perché ci sia piacere è necessario che ci sia un precedente stato di dolore e tensione”.
In questa citazione del filosofo Schopenhauer, menzionata nella domanda dello studente Manuel Mancusi della VC del Liceo Classico “Galdi”, si racchiude quello che potrebbe essere definito l’interismo, ovvero l’amore incondizionato e senza cedimenti, il tifo sofferto e intenso per il Football Club Internazionale Milano, la “pazza Inter”, la squadra calcistica nerazzurra capace di imprese strabilianti, ma anche di cocenti, dolorose e a volte incredibili sconfitte.
Una citazione, quella del filosofo tedesco Arthur Schopenhauer, che è piaciuta al folto pubblico di studenti, docenti e soci dell’Inter Club 1996 di Cava de’ Tirreni, ma anche al giornalista del Corriere della Sera Tommaso Labate che, nel secondo appuntamento della quarta edizione de IL VIAGGIO DELLE IDEE, ha presentato stamani il saggio “Interista Social Club, viaggio al termine delle nostre notti insonni nell’anno dello scudetto” (Mondadori).
L’incontro, che si è tenuto nell’Aula Magna del Liceo Classico “Galdi” di Cava de’ Tirreni, è stato aperto dal saluto della prof.ssa Maria Alfano, dirigente scolastica dell’IIS “De Filippis – Galdi”.
Tommaso Labate, rispondendo alle sollecitazioni del collega Felice Naddeo del Corriere del Mezzogiorno e alle acute domande degli studenti degli istituti superiori metelliani partecipanti all’evento, ha spaziato dal mondo del pallone alla vita di tutti i giorni, dal suo vissuto alla scuola, dalla politica ai sentimenti. Sullo sfondo l’amore per l’Inter, le cui imprese così come i suoi insuccessi hanno scandito il tempo pubblico e privato tanto di Labate quanto quello dei tanti appassionati sostenitori.
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