“Non mi vergogno di certo, e poi di cosa devo avere vergogna? Perché mi sono arresa, perché non ho potuto combattere? Esco a testa alta, ma ora dico ciao alla boxe”. Queste le parole, in un’intervista a ‘La Stampa’, della pugile Angela Carini a seguito della rapida sconfitta maturata nella giornata di ieri, 1° agosto, alle Olimpiadi contro l’algerina Imane Khelif. “Ho voluto salire sul ring. Pensavo a mio padre, che per me è un esempio di vita, e agli sforzi che ho fatto per essere qui. Questa per me era la mia Olimpiade e avevo intenzione di percorrere l’ultimo chilometro”. E sul match: “Non me la sono più sentita di combattere dopo meno di un minuto. Ho preso un colpo al naso e ho perso l’equilibrio, non respiravo e quindi ho detto basta. Per me non è una sconfitta – ha spiegato. Io non ho perso, mi sono solo arresa con maturità. Non è giusto perché ho sacrificato tutta me stessa per essere qui alla mia prima Olimpiade e invece non ce la facevo a combattere”.
Sulla sua avversaria, invece, Carlini spiega: “Ho sbagliato a non salutarla, sono scesa dal ring per rabbia, ma non verso la mia avversaria. Non sono nessuno per poter giudicare. Non sono nessuno per prendere una decisione. Se questa ragazza è qui ci sarà un motivo. Io ho combattuto e sono salita sul ring, come è giusto che facessi, ma non ho mai protestato. Non ho mai detto una parola. Mi adeguo alle regole, non decido io”.