Ad oltre un anno dall’esplosione della pandemia da coronavirus, con la campagna vaccinale sempre più diffusa e che lascia ben sperare per futuro, intervistiamo uno degli uomini simbolo della lotta al covid: Paolo Ascierto, oncologo e direttore dal Dipartimento Melanoma, Immunologia Oncologica Sperimentale e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale.
Di recente avete avviato uno studio pilota per capire se esistono soggetti più a rischio contagio da covid e come si possono identificare. Cosa ci può dire in merito? Avete già dei dati e degli elementi aggiornati?
Lo scopo di questo studio è individuare i soggetti più a rischio di infezione severa da Covid-19. Lo studio mira a conoscere quali sono le caratteristiche che rendono un soggetto più vulnerabile al virus. Il virus ha infatti colpito non solo soggetti deboli, ma anche quelli apparentemente sani. La nostra analisi non si concentrerà tanto sul virus del Covid-19, quanto piuttosto sul soggetto che ha determinate caratteristiche che lo rendono più vulnerabile all’infezione. Al momento non abbiamo dati poiché lo studio è incominciato da poco.
Nei mesi scorsi, come Istituto Pascale, avete avviato, insieme all’ospedale San Gerardo di Monza ed allo Spallanzani di Roma, un vaccino completamente made in italy. Come procede la sperimentazione?
Ripongo molta fiducia e speranza in questo vaccino. La sperimentazione procede molto bene, da poco abbiamo concluso l’arruolamento dei primi 40 soggetti sani che sono stati trattati con i primi due dosaggi. A giorni inizieremo a trattare, con dosaggi differenti, altri gruppi di soggetti sani (in totale 80 in questa prima fase). Ad oggi l’unico dato che abbiamo è l’assenza di importanti effetti collaterali a breve termine. Più avanti potremo avere dati più robusti anche sull’efficacia e sulla sicurezza a lungo termine.
Con la Fondazione Melanoma Onlus, l’Azienda ospedaliera dei Colli, l’Università Vanvitelli, il centro di ricerca Ceinge Biotecnologie Avanzate state conducendo uno studio sui cittadini di 60 Comuni per approfondire il profilo metabolomico, citochinomico e lipidomico di pazienti che sono stati colpiti dal covid. Cosa può dirci in tal senso?
Come dicevo prima, l’obiettivo di questo studio, avviato anche con la collaborazione della Fondazione Melanoma Onlus, ha lo scopo di individuare se ci sono ed eventualmente quali sono, le caratteristiche intrinseche di un soggetto che possano renderlo più suscettibile alla stimolazione virale. Lo studio arruolerà soggetti che hanno contratto il virus Covid-19 e soggetti sani e si baserà sui biomarcatori circolanti, valutando il profilo metabolomico, citochinomico e lipidomico su un prelievo di sangue in pazienti che sono stati affetti da Coronavirus. Inoltre, per evidenziare eventuali suscettibilità genetiche alla base della risposta iper-infiammatoria indotta dal virus, verrà effettuato il sequenziamento dei geni correlati con l’attivazione immunitaria, sul recettore ACE2, sui geni coinvolti nella produzione di autoanticorpi e fattori genetici di rischio pro-trombotico.
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi e soprattutto dopo l’estate? Lo scenario come quello dello scorso autunno, con diverse ondate di contagio, può essere scongiurato vista la massiccia campagna vaccinale in corso ?
Credo che siamo sulla buona strada per debellare questa pandemia e la campagna vaccinale è il nostro punto di forza. Non dobbiamo assolutamente però pensare di poter abbassare la guardia, soprattutto quest’estate e di ripetere gli errori dell’anno scorso.