L’associazione Paolino Avella Onlus, presieduta dall’avvocato Alfredo Avella, esprime profondo rammarico per il rifiuto dello street artist Jorit Agoch di realizzare un murale dedicato a Paolino Avella, il 17enne studente del liceo scientifico di San Sebastiano al Vesuvio che il 5 aprile del 2023 perse la vita nel tentativo di sfuggire ai due rapinatori che intendevano rubargli lo scooter all’uscita di scuola, una settimana prima di compiere 18 anni. Una vicenda che risale allo scorso inverno, quella che portò Jorit a rifiutare l’opera che la Onlus dedicata a Paolino Avella intendeva commissionargli e che vide la sua segretaria motivare la decisione spiegando che Jorit “non realizza quel tipo di ritratti”, in quanto non sarebbe propenso a raffigurare volti di giovani uccisi dalle logiche criminali e violente. Motivo per il quale ha suscitato in noi non poco stupore e anche un certo dolore la recente decisione dell’artista di riprodurre il volto di Giovanbattista Cutolo, il 24enne assassinato a Napoli lo scorso 31 agosto, all’interno dell’occhio destro di Diego Armando Maradona, nel grande murales che sta realizzando al Centro direzionale di Napoli. “Lo sguardo di Giò Giò sulla città” è un messaggio di forte impatto, soprattutto perché rappresenta l’invito dell’artista a lasciarsi ispirare dall’arte e dalla bellezza. Tuttavia, è bene rimarcare che l’arte deve farsi promotrice di messaggi educativi e non penalizzanti e discriminatori. Anche in occasione del ventennale della morte di Paolino Avella sarebbe stato opportuno lanciare un messaggio ugualmente forte, in un territorio in cui i bravi ragazzi sono ancora facile preda delle logiche criminali. L’artista avrebbe potuto mettere la sua notorietà a servizio di una nobile causa, facendosi promotore di un messaggio altamente educativo, consapevole dell’ammirazione che milioni di giovani in tutto il mondo nutrono per il suo talento, accendendo un riflettore sul volto e soprattutto sulla storia di un ragazzo “meno celebre”, ma non per questo “meno vittima innocente”. La decisione dell’artista già a suo tempo ci lasciò perplessi, ma vedere una giovane vittima di quelle stesse logiche raffigurata nell’opera che ha realizzato di recente, ci ha addolorato profondamente. Il rischio che si corre è che questo modo di fare possa contribuire ad accrescere il divario tra le “vittime di serie A e quelle di serie B”. Un dramma nel dramma per i familiari di quelle vittime che non conquistano la ribalta mediatica, finendo ben presto nel dimenticatoio. Pertanto, questa associazione ha ritenuto opportuno non soprassedere sull’accaduto, auspicando che l’artista possa chiarire la sua posizione a riguardo. Ricordiamo che l’avvocato Avella per diversi anni ha ricoperto il ruolo di Presidente del Coordinamento dei familiari delle vittime innocenti della criminalità della Campania e nel 2008 ha accompagnato la nascita della Fondazione Polis. Un uomo, un padre, un professionista che da vent’anni onora la memoria del suo primogenito promuovendo tra i giovani l’importanza del fare memoria e il valore della cultura, quale arma prioritaria da impugnare per contrastare le logiche criminali. Proprio per questo desta particolare dispiacere che un oltraggio alla memoria dell’amato figlio provenga proprio da un esponente del mondo artistico.
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