“Agostino Di Bartolomei, 29 anni dopo, continua a rappresentare una guida per la tifoseria granata. Oltre ad omaggiare e far vivere la sua figura attraverso un ritratto, ho deciso di inserirlo anche nel libro sul calcio che racconta la storia di circa ottanta campioni assoluti del pallone”. Ad annunciarlo è il pittore salernitano di fama internazionale, originario di Altavilla Silentina, Fernando Alfonso Mangone. Indimenticabile capitano della Roma, in giallorosso Agostino Di Bartolomei vinse tre edizioni della Coppa Italia ed uno scudetto nel 1983. Poi la conclusione della carriera a Salerno riportando la Salernitana in B nel 1990 dopo una permanenza in terza serie durata 24 anni. “A guardare il ritratto, Agostino Di Bartolomei appare strano, unico, contorto…Eppure dentro questa opera si riconoscono alcuni fili dritti, luminosi, inequivocabili: la serietà, la riservatezza, la dignità, tre parole che oggi fa bene ricordare. Tre valori di un uomo fuori dal suo tempo: un tempo in cui gli schiamazzi hanno coperto le poche parole di un grande capitano. Al funerale c’erano tutti, ma ormai era troppo tardi. Un uomo che, purtroppo, nella sua tranquillità non riuscì a trovare rifugio e salvezza. Un destino che tocca solo a giocatori di costruzione, con un grande senso del gioco collettivo. Come Beckenbauer, come Scirea che mi viene automatico accostare ad Agostino per i silenzi e per la stessa visione di un calcio semplice e ‘pulito’. Bandiera giallorossa, romano e romanista, capitano vero e sensibile, uomo di principi e valori. L’assurdo capitolo finale dell’esistenza di Di Bartolomei resta ancora oggi criptico, oscuro, commovente. Il suo ricordo rimane in delebile. L’arte rende immortali. E lui è stato un artista sul campo verde” -conclude Mangone-.