Innovazione tecnologica, intelligenza artificiale e big data, investimenti in digitalizzazione, nuove tecnologie, ricerca e garanzia di accessibilità ai nuovi farmaci: sono queste le leve strategiche per la sostenibilità del servizio sanitario nazionale, un patrimonio pressoché unico nel panorama europeo che però non regge senza investimenti, assunzioni mirate del personale (medici, infermieri e tecnici) e soprattutto sforzi riorganizzativi e di governance.
“I medici vanno motivati, premiati e sostenuti affinché restino a popolare le corsie delle aree più critiche della rete assistenziale ospedaliera e territoriale”. Questo il pensiero di Pierino di Silverio medico napoletano, segretario nazionale dell’Anaao, principale sindacato di categoria della dirigenza medica intervenuto ai lavori della seconda edizione della MidSummer School di Motore Sanità, in corso di svolgimento a Roma con il contributo non condizionante di PMI Science Philip Morris International e Angelini Pharma. Un evento patrocinato da AIRI Associazione Italiana per la Ricerca Industriale, ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici), Onlus, Fondazione ANT Franco Pannuti, Farmindustria, FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), Sima (Società italiana di Medicina ambientale). Fari puntati sull’accesso all’innovazione e sulle risposte a bisogni sempre più urgenti dei cittadini: “Per innovare funzioni, servizi e processi di cura in un’ottica di salute globale abbiamo le risorse per la tecnologia che fornisce il Pnrr ma la tecnologia (già oggi poco utilizzata in Italia) non può funzionare senza il personale. Il Pnrr rischia di essere un buco nell’acqua. Oggi in Italia servono circa 15000 medici oltre il 10 per cento in Campania che sconta due lustri di tagli dovuti al piano di rientro e la più bassa quota di accesso al Fondo sanitario nazionale. La Campania che vien fuori da anni di blocco delle assunzioni ha un buco generazionale. Ma tutte le regioni soffrono. “La medicina e i decisori sono chiamati a valorizzare le innovazioni terapeutiche e tecnologiche rese disponibili ai malati” avverte Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità – fondamentale anche l’accesso ai farmaci innovativi in tempi celeri quando sono in grado di cambiare la storia clinica di un paziente soprattutto quando oncologico o affetto da malattia rara. L’Aifa va ristrutturata – ha aggiunto Zanon – e per quello che Ema già fa in Europa non è utile a nessuno che la nostra agenzia ripeta tutto l’iter autorizzativo impiegando altri 12 mesi per l’immissione in commercio e la rimborsabilità, senza contare le ulteriori duplicazioni di attività che avvengono su scala regionale dove i centri prescrittori dovrebbero essere consolidati. Bisognerebbe semmai mettere in gara le Regioni sul piano dell’innovazione”. Motore Sanità è convinta dunque che occorre fare un accurato monitoraggio sull’accesso dei pazienti all’innovazione quando questa sia stata considerata tale dall’agenzia regolatoria europea ed italiana e vantaggiosa per i pazienti. Qual è il corso del farmaco e la sua collocazione, perché fare gare in ogni Regione se gli usi clinici sono identici e i pazienti aspettano mesi se non anni per giovarsi di una cura migliore? Questi i nodi da sciogliere: “Tutto questo appesantisce il percorso – conclude Zanon – l’innovazione, a parità di risorse, deve arrivare subito al letto del malato. La gente non può aspettare di morire se parliamo di malati di cancro in metastasi prima di avere la molecola che gli garantirebbe magari una svolta”. L’obiettivo è garantire da un lato un accesso sempre più appropriato ed universale alla prevenzione e alle terapie non in funzione di criteri economici ma di investimenti in Salute ponendo particolare attenzione alla riduzione degli sprechi, come l’aderenza dei pazienti alle prescrizioni farmaceutiche. Basterebbe tagliare dell’1 per cento la spesa pubblica per guadagnare 6 o 7 miliardi da investire in Sanità per la sostenibilità dell’innovazione. Un grande vantaggio per la salute dei cittadini. “L’innovazione è un motore di sviluppo e garantisce salute ai cittadini – ha poi ribadito Paolo Petralia, Vice Presidente Vicario Fiaso e manager della Asl 4 della Liguria – occorre che i direttore generali delle Asl e degli ospedali italiano possano operare una reale governance dei processi senza divari e disomogeneità per garantire equità e parità di accessi ai cittadini italiani senza differenza tra le Regioni così come scritto nella Carta costituzionale. Gli strumenti ci sono e l’innovazione è una leva su cui agire ma serve un sforzo sul piano della riorganizzazione dei servizi per realizzare un nuovo modello di governo della Salute che ottimizzi l’uso delle risorse e garantisca l’innovazione che serve.
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