San Valentino, psichiatri: con pandemia impennata della solitudine

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Si avvicina il secondo San Valentino con l’ombra del Covid, più lontana ma ancora presente che, dopo due anni di pandemia, ha anestetizzato le emozioni e congelato le relazioni, con un’impennata di solitudine che ha colpito le donne anche in coppia e sposate. Sui problemi di salute mentale sviluppati durante la pandemia molto ha influito la perdita di interazione sociale e la conseguente solitudine ha pesato quanto la preoccupazione economica su ansia, malessere e disagio psichico. “La mancanza di relazioni sociali è costata molto cara soprattutto alle donne single e non solo, che hanno di solito un numero di amiche intime più ampio e ha portato a un declino del benessere mentale” – affermano Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda co-presidenti Società Italiana di Psichiatria (SIP) –. Secondo indagini svolte negli Stati Uniti e nel Regno Unito sugli impatti negativi della quarantena, il 34% delle donne si è sentita sola durante la pandemia, mentre tra gli uomini il 23% ha sperimentato qualche volta la solitudine che è stata una costante soltanto per il 6% di loro. “A dar man forte ai risultati di queste indagini ci sono le ricerche on-line effettuate nei giorni di reclusione domiciliare – sottolineano di Giannantonio e Zanalda – i risultati delle tendenze di Google hanno rivelato che c’è stata in molti Paesi, tra cui l’Italia, un’impennata della ricerca di parole come ‘solitudine’, ‘tristezza’ e ‘preoccupazione’. San Valentino potrebbe dunque essere un’occasione per iniziare a uscire dall’esaurimento emotivo, ‘scongelare’ le proprie emozioni e riassaporare sentimenti più intensi e veri, non solo festeggiando le coppie ma estendendo la celebrazione di Cupido a tutte le relazioni affettive condizionate e trascurate dall’isolamento”.

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