Potenziare l’offerta assistenziale e garantire, anche e soprattutto attraverso la specialistica ambulatoriale, una migliore gestione dei pazienti cronici. È una riflessione a 360 gradi quella portata avanti in questi giorni a Caserta, nel corso del Consiglio Nazionale del Sindacato Unico di Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria (Sumai-Assoprof), fortemente voluto dal vice Presidente nazionale Gabriele Peperoni e dal Direttore nazionale della Formazione sindacale Luigi Sodano, ha consentito l’incontro in terra campana dei vertici nazionali del sindacato della specialistica ambulatoriale dopo la recente approvazione del nuovo Accordo Collettivo Nazionale che, quando reso esecutivo in tempi brevi a livello delle Regioni, consentirà ai cittadini di usufruire di ulteriori e più funzionali servizi specialisti sul territorio.
«Negli ultimi anni – dice il segretario nazionale Antonio Magi – il problema della specialistica ambulatoriale si è molto acuito». Tra i temi “caldi”, fa notare Magi, c’è la realizzazione del PNRR e del DM77 che definisce i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale. «Non si può pensare di realizzare gli obiettivi posti – prosegue – senza comprendere la centralità degli specialisti ambulatoriali chiamati a collaborare con altri professionisti nelle tanto attese Case della Comunità». In altri termini, per riuscire ad attuare le riforme e garantire un’assistenza di qualità è necessario riempire di contenuti, e di professionalità, le mura di queste Case di Comunità. Obiettivo indispensabile, che in regioni come la Campania è reso ancor più difficile dalle troppe carenze che si registrano. «La Campania – ricorda Magi – vive una situazione molto complessa, del resto i due terzi degli specialisti presenti sono impegnati nel lavoro ospedaliero». Per operare un cambio di passo, oltre che un cambio di paradigma rispetto ad una visione “ospedalocentrica” ormai superata, sarà importante anche individuare le carenze; compito molto complesso nel campo della specialistica ambulatoriale, visto che si deve procedere branca per branca. In questo contesto si inserisce l’allarme “turnover”, visto che «buona parte degli specialisti ambulatoriali hanno sono in età da pensione, si deve garantire il un ricambio adeguato», ma soprattutto occorrerebbe portare a 38 ore pro-capite l’impegno (per chi lo richiede). «La media, in Campania è 33 ore pro-capite. Se la portassimo a 38 ore per chi lo richiede riusciremmo a garantire una maggiore offerta assistenziale e una più corretta gestione dei pazienti cronici». Un cambio di passo che avrebbe anche un significativo impatto sul sovraffollamento dei pronto soccorso, visto che molti accessi impropri sono legati ad oggi a visite ed esami che difficilmente si riescono a realizzare in tempi rapidi nel pubblico. Ultimo, ma non certo meno importante, è l’appello che arriva da Caserta rispetto al tema della violenza. «Se vogliamo fare in modo che il Sistema sanitario funzioni dobbiamo prima di tutto garantire ai medici e a quanti lavorano in Sanità condizioni di lavoro adeguate e sicurezza. Non possiamo dimenticare che ci sono colleghi che vivono ogni giorno situazioni a limite e altri che hanno addirittura perso la vita».