Arriva a Napoli per una proiezione evento in programma il 21 marzo alle 20al Cinema Filangieri “Bosnia Express” il film di Massimo D’Orzi. A 30 dalle guerre nella ex Jugoslavia, un ‘reportage poetico’ per viaggiare dentro ciò che rimane dopo un grande conflitto europeo e tante mortali ferite: la vita. Alla proiezione saranno presenti Il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, L’Assessore Emanuela Ferrante alle Pari Opportunità del Comune di Napoli e la giovanissima Sindaca di Sarajevo Benjamina Karic. In collegamento Massimo D’Orzi e il cast incontrano il pubblico. Introduce Valerio Caprara
Bosnia Express, il film diretto da Massimo D’orzi distribuito da Luce-Cinecittà, prodotto da Marta Bifano e Francesca Pedrazza Gorlero per Loups Garoux e Paola Traverso e Massimo d’Orzi per Il Gigante, che a trent’anni dall’inizio delle guerre nella ex-Jugoslavia restituisce con testimonianze visive cariche di forza poetica, storie, luoghi, voci, tragedie e rinascite di terre che hanno vissuto il più grave fatto di armi recente del nostro continente. Quella guerra vicinissima a noi e che rapidamente è stata relegata a fatto storico passato, mentre è anche da quei fatti e quelle storie che nasce l’Europa che vorremmo unita, e che per le stesse ragioni che causarono la guerra troviamo spesso divisa.
Già presentato e applaudito al recente Trieste Film Festival e al Festival Visioni dal Mondo di Milano, il documentario ha iniziato un tour nelle sale italiane il 1 febbraio, riscuotendo sinora una insolita attenzione di pubblico, nonostante il periodo di incertezza che stiamo vivendo. La prima napoletana al cinema Filangieri in programma il 21 marzo alle ore 20:00 vedrà le produttrici Marta Bifano e Francesca Pedrazza Gorlero, la montatrice Paola Traverso e il regista Massimo D’orzi, ad incontrare il pubblico per raccontare le tante storie e risvolti di un reportage poetico che ha l’urgenza della memoria e della bellezza.
Avidità di potere, fanatismi religiosi, volontà politiche travestite da valori e tradizioni, sono raccontati nel film, ma non direttamente e cronachisticamente. Al centro del film sta invece la vita dove pareva non ci fosse più che morte: protagoniste sono le donne, le prime vittime dei conflitti, qui invece al centro di espressioni vitali, artistiche; di tante musiche, canti, danze, teatro, immagini di cinema. Nessuna guerra ha un volto di donna ci dice il film, mentre assistiamo a una vita che riprende piano, con sofferenza e dignità, il suo posto in città che si chiamano Sarajevo, Srebrenica, Mostar, e quasi come sottofondo ci arrivano i nomi di fuoco di Milosevic, Mladic, Tudjman… E ancora dalla voce delle immagini sappiamo che la vera immagine di una guerra, quella che più ferisce, non è la morte, ma la vita. Bosnia Express ce lo conferma appieno, quando vediamo volti magnifici di donne unite in un coro presso la stazione di Tuzla, giovani ballerine classiche, gruppi punk-rock che cantano un’indipendenza su paesaggi meravigliosi che la Storia ha voluto far crollare.
Il film indaga sotterraneamente le cause, e la sua più profonda denuncia è che in questi luoghi non smette di brillare un’inesausta bellezza.