Giovedì 1 luglio – e venerdì 2 e sabato 3 sempre alle 21.00 – andrà in scena l’imponente allestimento firmato dal regista Federico Tiezzi de Il Purgatorio. La notte lava la mente, ovvero Dante secondo il poeta Mario Luzi. Una originale riscrittura del Purgatorio dantesco che il regista Tiezzi commissionò nel 1990 a Mario Luzi (preceduta nel 1989 dalla riscrittura dell’Inferno affidata a Edoardo Sanguineti, e seguita nel 1991 da quella del Paradiso per mano di Giovanni Giudici) a comporre una trilogia teatrale dedicata alla riscrittura scenica della Commedia dantesca, rappresentata integralmente a Cividale del Friuli la notte del 27 luglio 1991
Scrive Tiezzi: «La visione del mondo e dell’uomo che ci si offre dalle pagine della Commedia, opera che contribuisce alla nascita della cultura europea, nel punto di snodo tra l’evo antico e quello moderno, è tra le più vaste e profonde della letteratura di ogni tempo, nella sua consapevole capacità di abbracciare con l’umano tutta la realtà. Le radici della nostra cultura – filosofia, etica, estetica, politica, teatro – affondano nel poema. La poesia di Dante coglie e tramanda lo spirito profondo di quella cultura nella quale l’Europa ancora attinge le ragioni interiori del suo stesso esistere. Con questo lavoro vorrei mostrare come Dante non sia solo il teologo, il moralista, il politico che negli anni di scuola ci è stato mostrato: ma anche l’appassionato ricercatore di quella che lui stesso chiama l’umana felicità, cioè la piena realizzazione dell’uomo».
A distanza di trenta anni – in occasione delle celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante Alighieri – Federico Tiezzi quindi riprende i tre spettacoli basati sulle drammaturgie di Edoardo Sanguineti, Mario Luzi e Giovanni Giudici, iniziando dal Purgatorio perché è la cantica dell’amicizia e dell’arte. I personaggi sono musicisti, pittori e poeti, l’arte è ciò di cui si discorre, forse è una strada per la salvezza. Il Purgatorio è anche la cantica della speranza: quella speranza di cui il momento storico presente ha bisogno più di ogni altra cosa, quella speranza che è volontà di un mondo diverso e anelito e movimento verso una migliore coscienza della realtà.
Nel Purgatorio, come scrive dal canto suo Luzi «esiste il tempo», nel Purgatorio splende lo stesso sole che illumina la terra abitata: e le notti succedono ai giorni, i tramonti alle albe, mentre le anime parlano della vita passata con la nostalgia e la dolcezza di personaggi beckettiani. Sembra di essere ancora nello spazio storico dell’uomo, sulla Terra, ma toccato dalla grazia divina che dà alla vita, nella sofferenza quotidiana, dolcezza e appunto speranza.
In questo luogo dove il tempo esiste (mentre nelle altre due cantiche c’è solo l’eternità della sofferenza o della beatitudine) il poeta, affaticato, può ben pensare di addormentarsi e di sognare. Ed è la presenza dei sogni a fare una delle peculiarità di questa cantica, che si distende nella regia di Tiezzi come una grande seduta psicanalitica.
Le altre due cantiche, che hanno rispettivamente la drammaturgia di Edoardo Sanguineti (Commedia dell’Inferno. Un travestimento dantesco) e di Giovanni Giudici (Il Paradiso. Perché mi vinse il lume d’esta stella), impegneranno il regista e la sua compagnia nel 2022 e nel 2023.
Nelle scene di Marco Rossi, i costumi di Gregorio Zurla e le luci di Gianni Pollini, recitano gli attori: Alessandro Averone, Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Giampiero Cicciò, Francesca Ciocchetti, Martino D’Amico, Salvatore Drago, Giovanni Franzoni, Francesca Gabucci, Leda Kreider, Sandro Lombardi, David Meden, Annibale Pavone, Luca Tanganelli, Debora Zuin.
I movimenti coreografici sono di Cristiana Morganti; il canto è di Francesca Della Monica.
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