Quarto appuntamento con il teatro d’autore alla rassegna POMPEII THEATRUM MUNDI promossa dal Teatro di Napoli-Teatro Nazionale diretto da Roberto Andò, in corso al Teatro Grande del Parco Archeologico di Pompei.
Dopo gli applauditi Resurrexit Cassandra di Jan Fabre, Il Purgatorio, la notte lava la mente di Federico Tiezzi, Pupo di zucchero di Emma Dante, in calendario spicca un nuovo importante debutto che vede come protagonisti il poeta Franco Marcoaldi e l’attore Marco Baliani, rispettivamente nei ruoli di autore e regista e interprete; Si tratta della performance dal titolo “Quinta stagione. Monologo drammatico”, che la rassegna propone in prima assoluta giovedì 15 luglio con repliche venerdì 16 e sabato 17 sempre alle 21.00.
Una produzione del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale che si avvale delle firme del maestro Mimmo Paladino per le scene, di Cesare Accetta per il disegno luci e di Mirto Baliani per il paesaggio sonoro.
“Portare la poesia in teatro – scrive Marco Baliani – è, da sempre, impresa ardua. È come se il linguaggio poetico, sopra un palco, si trovasse compresso, costretto, non così libero di volare e di espandersi come i suoi versi vorrebbero. Dentro un poema c’è solo la voce del poeta, che l’ha abitata e continua a starci incastrato, connesso a quelle parole magari pensate e scritte tanto tempo prima ma che ancora lo incatenano. Lì lui vive e parla. Dopo queste premesse che senso ha allora che sia io a dare voce alla Quinta Stagione di Franco Marcoaldi? Io, uno straniero rispetto al poema. Ma il poeta ha chiamato la sua opera “monologo drammatico”, due termini che appartengono di diritto alla storia del teatro. Dunque la visione del poema è legata alla scena”. Ed ancora Baliani: “È un poema itinerante, da nomadi, mi ci sono riconosciuto fin dalle prime parole, come un viandante che ne è stato catturato. E nel pellegrinaggio mi ha accompagnato mio figlio Mirto, autore del paesaggio sonoro e mio complice nella ricerca della “musica” giusta di suoni e voci. Per la scena mi sono affidato alla misura artistica di Mimmo Paladino, alle sue materiche presenze, con cui interagire e da cui farmi guidare. Per il disegno luci alla sensibile maestria di Cesare Accetta”.
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