Domenica 4 luglio alle 20:15, debutta in piazza Plebiscito il secondo titolo in cartellone per Regione Lirica 2021 del Teatro San Carlo di Napoli
Protagonista il Balletto del Teatro di San Carlo che sarà impegnato ne Il lago dei cigni / La bella addormentata, spettacolo a cura della nuova direttrice del Balletto Clotilde Vayer che prevede nella prima parte l’esecuzione di alcuni estratti da La Bella Addormentata di Pëtr Il’ič Čajkovskij con la coreografia di Marius Petipa e nella seconda parte il II Atto da Il Lago dei Cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij con la coreografia di Rudolf Nureyev. Il Balletto sarà dedicato alla memoria di Carla Fracci.
I costumi sono di Giusi Giustino, le luci di Mario D’Angiò, Video designer Alessandro Papa.
Nel ruolo di Aurora si alterneranno Claudia D’Antonio e Anna Chiara Amirante.
Nella seconda parte, ad interpretare la principessa Odette saranno Anna Chiara Amirante e Luisa Ieluzzi mentre il Principe Siegfried sarà interpretato da Alessandro Staiano e Danilo Notaro (in calce la locandina completa di tutti gli interpreti).
Le musiche registrate sono eseguite dall’Orchestra del Teatro di San Carlo diretta da Maurizio Agostini.
“Per me accostare questi due nomi, Petipa e Nureyev – afferma la Vayer – significa classe ed eccellenza. Avremo dunque nella prima parte La bella addormentata che, creato nel 1890, fu uno dei balletti di maggior successo realizzati da Petipa a San Pietroburgo. Di questa celebre coreografia ho preso la prima parte – subito dopo il Prologo – in cui Aurora, la protagonista, entra in scena e l’“Adagio della rosa” (il balletto di lei con i pretendenti). Ho poi inserito alcune scene e personaggi della parte conclusiva del balletto, in forma di “divertissements”, come il Gatto (con gli stivali) e l’Uccello Azzurro. Poiché le regole sanitarie ci impongono di non far ballare troppo a contatto i ballerini e inoltre che lo spettacolo non superi una certa lunghezza, avremo così un bel riassunto convincente di alcuni punti salienti che possano dare una idea della bellezza della Bella addormentata e magari facciano venir voglia di vedere in futuro il balletto intero”.
“Nella seconda parte – continua la Vayer – avremo invece il secondo atto de Il Lago dei cigni. A tal proposito va ricordato per prima cosa che Nureyev aveva creato una prima versione de Il Lago dei cigni per Vienna negli anni Sessanta, e dopo vent’anni, nel 1984, aveva realizzato lo spettacolo per l’Opéra di Parigi alla quale ci riferiamo per il nostro spettacolo. Nureyev ha dato in questa versione un grande spessore alla figura del Principe, mentre nell’originale di Petipa (del 1895) e in tutte le versioni successive, il Principe è solo uno strumento per mettere in risalto l’importanza della danzatrice che impersona il Cigno. Nella versione di Nureyev il ballerino danza moltissimo ed è in continuo risalto e questo è particolarmente significativo se pensiamo, come sono convinta io, che il secondo atto è insieme al quarto atto il centro vitale di quest’opera, quanto c’è di più bello e di più puro, sublime: è anche la parte che ama di più il pubblico. Rudolf ha dato al suo Lago un significato “freudiano” evidente: tutto è sogno, è la ricerca dell’amore, ma impossibile. Si tratta di un lago magico dove il Principe Siegfried si rifugia per sfuggire alla realtà quotidiana dell’esercizio del potere che impone un matrimonio formale anche senza amore. L’amore gli appare nella forma idealizzata di un Cigno/donna che ama senza speranza. Non è un piccolo uccello (come l’Uccello Azzurro della Bella addormentata) ma un uccello enorme: in tutto il balletto Nureyev non pone mai la donna come un piccolo essere debole e insignificante, ma al contrario in tutta la potenza e la grandezza espressa dal Cigno”.
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